Settimana Stockhausen    di Fabrizio Rota (foto di Massimo Golfieri)




Mi pare che sia stato un bel successo e non soltanto di pubblico per AngelicA e i suoi collaboratori questa ‘settimana bianca’ all'ascolto delle opere di Stockhausen. Con un programma molto ricco che coinvolgeva tre città e i loro teatri presentando l'ultima produzione del maestro: 18 composizioni quasi tutte delle prime italiane AngelicA ha dimostrato una capacità organizzativa che può essere comparata a quella di festival che possiedono mezzi e finanze molto superiori. Ci auguriamo che questo faccia riflettere i quadri politici che si occupano di ‘cultura’ a uscire dalla palude opero-televisiva che purtroppo affligge la politica dei finanziamenti in questo mondo neo-liberticida. Ci auguriamo che qualcuno possa aver intravisto un po' di luce e abbia l'intenzione di seguirla...

Frammenti di un discorso astro-logico
L'opera di Stockhausen è veramente come una galassia, la spirale lungo la quale sono inscritte tutte le sue composizioni sulla copertina del catalogo esprime pienamente l'idea. Tutta la sua opera è un grande organismo in espansione a livello musicale, umano e cosmico. La relazione della sua musica con un sentimento religioso è non solo innegabile ma anche palesemente dichiarata. Io mi chiedo allora perchè tanta critica si ostina a non affrontare questo rapporto ma anzi spesso a relegarlo e banalizzarlo come qualcosa di ‘eccentrico’ o ‘pittoresco’ chiudendo il suo punto di focalizzazione solo sulla musica sovente utilizzando dei parametri (e delle conoscenze) molto limitanti.

Il metodo (tecnico)di composizione di Stockhausen può definirsi come un evoluzione del serialismo. La serie viene definita e ampliata dal compositore nel concetto di formula: la formula è una sorta di materiale genetico usato per la ricerca e la composizione di nuovi organismi musicali, ma non bisogna pensare che la sua musica sia il frutto solo d'una ‘ingegneria musicale’ poichè la formula è allo stesso tempo matematica e magica: è una sorta di catalizzatore del pensiero intuitivo che fornisce un'organicità alla composizione.

Appartiene a questo compositore l'abilità di scuotere le abitudini di ascolto che si sono fossilizzate attraverso lo sclerotizzarsi delle manifestazioni musicali; per lui il luogo fisico del teatro non è un luogo di illusioni ma un luogo di rituali. Anche se il livello strutturale non è facilmente reperibile all'ascolto rimaniamo affascinati da quello che si presenta ai nostri sensi (suono – luce -movimento -presenza -sguardi -spazio) e intuiamo che la costruzione dell'insieme ha regole, funzioni e significati frutto di una conoscenza (o coscienza) che sfuggono. La sua opera può esser paragona a un tempio davanti al quale rimaniamo affascinati senza percepire il progetto nelle sue proporzioni geometrico-matematiche nè tanto meno nelle sue funzioni simbolico-astronomiche, ma che non di meno ci parla di noi e del nostro rapporto con la realtà fisica e spirituale.

Possiamo dire che al centro della produzione del maestro è il tempo come fattore centrale della musica: da un certo punto di vista qualunque ciclo può essere trasposto in musica essendo il suono un oscillazione ciclica. E` l'antica concezione pitagorica dell'armonia delle sfere. Due grandi opere possono riconoscersi in questa centralità del tempo: la prima è il grande ciclo “Licht” sui giorni della settimana (7 opere per un totale di più di 29 ore di musica) e l'altra è “Sirius” sul ciclo dell'anno zodiacale, inoltre attendiamo di poter ascoltare il nuovo progetto di Stockhausen sulle 24 ore del giorno: “Klang” (suono).

Dal punto di vista del ruolo e dei compiti del compositore contemporaneo dobbiamo sottolineare la complementarità dei due maggiori ambiti di lavoro di Stockhausen: lo studio e la scena. Come il maestro ha illustrato nel corso dell'incontro di Bologna il lavoro sulla fissazione in studio della musica comporta l'idea di una responsabilità del compositore riguardo al risultato acustico dell'esecuzione, cosa che prima dell'avvento dei mezzi di registrazione non era possibile senza la mediazione della scrittura (la partitura - l'interprete). Tutta la copiosa discografia che il compositore ha edito diventa l'esempio, il modello per le future esecuzioni... ogni suo CD è la realizzazione perfetta dell'idea musicale in ogni suo minimo dettaglio, cosa che è impossibile dal vivo dove intervengono altri fattori. Come ha sottolineato Antonio Abellán (interprete delle opere di S per tastiera) ‘il maestro quando lavora in studio vuole produrre un risultato che è impossibile ottenere dal vivo e viceversa in concerto vuole qualcosa che sia impossibile fissare su un supporto’.

Durante il festival abbiamo avuto la possibilità di ascoltare molte opere, composte in origine per diverse formazioni strumentali e corali, nella loro versione per nastro multitraccia. E` il caso di “Düfte Zeichen” per 7 cantanti, voce di bambino e sintetizzatore, di “Hoch Zeiten” per coro e orchestra, di “Europa Gruss” per fiati e sintetizzatore e di “Engel Prozessionen” per coro. A mia conoscenza Stockhausen è l'unico compositore a realizzare un tale lavoro di ‘trascrizione’ su supporto e ‘nello spazio’ della musica concepita per interpreti. Abbiamo già detto quanto per lui sia importante il lavoro in studio per fornire un modello di realizzazione acustica, ma queste versioni contengono, oltre una superba realizzazione acustica, il movimento spaziale. Certamente molte delle composizioni con interpreti sono concepite con un preciso disegno dello spazio e dei movimenti acustici ma nella versione per nastro questo spazio diventa necessariamente diverso. In generale il brano risulta ingigantito da riprese microfoniche molto ravvicinate che hanno molta presenza ma non fanno propriamente risuonare lo spazio acustico, dal fatto che spesso la proiezione del suono arriva dall'alto e che il suono è sempre diretto (non ci sono ostacoli tra il nostro orecchio e l'altoparlante) attenuando molto la risposta acustica della sala. Tutti questi elementi forniscono però una realizzazione sonora dove le idee compositive sono molto più definite ed individuabili. Bisogna dire che l’ascolto di queste opere richiede uno sforzo ed un attenzione maggiore rispetto alle opere di musica elettronica o concreta concepite direttamente per nastro (e non ‘trascritte’) dove lo spazio e le traiettorie possono permettersi movimenti e giochi più audaci.


Tentativo I
(discorso semiseriale sulla musica di Karlheinz Stockhausen)

[proiezione /proporzione /antico /partenza /zodiaco /sistema /relativo /genetica /intuizione
/stellato /respiro /movimento /immagine /perfezione /angeli /tempo /rituale /umano /formula
/strumento /ricerca /spirito /luce /mutazione /gradi /emozione /esistenza /ritorno /processo
/astro(logico-nomico) /divinità /regola /struttura /traiettoria /cerchio /spazio /coscienza /ritmo
/gioco /timbro /espansione /organismo /alchimia /materia /magia /navigare /sole /galassia
/femminile /mistero/sviluppo /spirale /realtà /sogno-(onirico) /suono /ciclo /spostamento
/percezione /tempio /voce /nascita /interprete /linguaggio]

Possiamo parlare per la musica di Stockhausen di genetica cosciente della ricerca spirituale (“Düfte Zeichen”) attraverso una magistrale conoscenza delle tecniche tanto strumentali quanto elettroniche che permettono al compositore di tracciare traiettorie alchemiche tra giochi di luce (“Komet”) per espandere l'intuizione nell'organicità della struttura (“Hoch Zeiten”) nella ricerca dell'interpretazione perfetta.

Come in “Wokenkreis, Tierkreis” e “Die 7 Lieder Der Tage” dove una realtà antica di ritorni e partenze disegna la ricerca del suono divino nel processo ciclico... Si tratta del mistero del tempo visto attraverso una divisione del continuum in gradi che, come punti di riferimento permettono lo spostamento (“Wochenkreis”) e la navigazione nell’inarrestabile movimento del ciclo umano: stagioni, giorni, settimane o anni(-luce)... E ancora... come in sogno la visione proporzionale dell'immagine sonora di “Telemusik” o la proiezione stellata del processo strumentale di “Aries” attraverso la costruzione di un tempio zodiacale di sviluppo timbrico. Ma che cosa sarà mai un ‘tempio zodiacale di sviluppo timbrico’?? bhe, fondamentalmente è un posto dove possiamo permetterci anche di ridere della nostra umanità (bang-bang!) ma di un riso cosciente. Cosciente della “Pietà ” che abbiamo allora che siamo sulla soglia, là dove possiamo ascoltare il respiro rituale della galassia.

Noi che ci muoviamo incoscienti delle schiere angeliche e delle loro gerarchie. Non è vero lucifero?? Portatore di luce nella formula di perfezione divina, una spirale che si espande fino a ridivenire un cerchio. Cerchio di ondulazioni regolari dove l'uno è il tutto e il due la sua ottava che dividiamo in microcicli, microtoni in un tubo conico d'ottone e materia organica proiezione mutante dell'angelico nell'umano: la voce. (“Pietà ” – “Hoch Zeiten”) Perchè la mutazione linguistica della materia angelica - protetta da cori invisibili - permette la nascita percettiva della regolarità astronomica (“Engel Prozessionen”). Allora?? abbiamo capito qualcosa di più del cosmo?

Qui tra il bianco e il nero dei denti di pianoforte intuiamo il movimento relativo della spirale genetica tra sogno e realtà (“Klavierstücke”) e la sua bocca è una membrana di carta capace di far danzare organismi timbrici in movimento e di formare il ritmo della percezione nello spostamento della coscienza (“Mittwochs - Abshied”).

Che la musica fosse strumento di espansione della regola divina era conosciuto già nell'antichità e da molti popoli capaci di ritrovare l'intuizione di partenza nella mutazione del ritorno (“Tierkreis”). La musica di Stockhausen è un viaggio guidato da un sistema sonoro di navigazione galattica e attraverso questo possiamo sperimentare l'antica emozione di navigare nell'esistenza genetica del sole.

Attraverso traiettorie percettive di nascita e sviluppo lo spazio stellato ci presenta le proporzioni organiche delle strutture rituali (“Düfte Zeichen” – “Rosa Mystica”). E` lo spazio degli angeli nel cerchio del tempo (“Engel Prozessionen”) che produce l'antica voce dei gradi d'esistenza.

Ma ridiamo ancora una volta al respiro giocoso di formule temporali (“Kinderfänger”) poichè è grazie all''esistenza magica del sistema femminile (“Elufa”) che il ciclo solare di partenza e ritorno (“Wochenkreis”) crea una galassia in espansione per gradi onirici (Stockhausen)'.

Alla fine è molto semplice, basta non porre alcun limite, alcuna barriera al misterioso cerchio di intuizioni astrali (“Tierkreis” – “Aries”) ed eccoci catapultati in un crepitante mondo di timbri e materia dove sotto una luce relativa possiamo permetterci l'interpretazione in spirito del cerchio solare (“Tierkreis”). Questa volta senza scherzi poichè gli angeli già hanno interpretato più volte la perfezione vocale della materia stellata. Li avete uditi?? dicono che il mondo non è soltanto tondo e non è soltanto un mondo (“Engel Prozessionen”).

E` lo spazio vocale del ritmo emotivo (“Pietà ”) che edifica il tempio dell'umano nei giochi della formula (“Kinderfänger”). E altresì… presa la luce dello spirito nel mistero femminile cerchiamo la regola nell'immagine del sistema zodiacale per svelare la magia alchemica della proporzione astrologica.

Come tempio di coscienza nel alchimia del linguaggio (“Engel Prozessionen” – “Pietà ”) la nostra anima respira nella spirale della struttura proiettando nel magico rituale femminile della nascita l'emozione della realtà di un altro linguaggio. E` il processo strumentale del ritmo zodiacale relativo alla ricerca di... manca un'immagine.

‘Oh vous etes toujours là ?! C'est très sale dehors!’
(Karlheinz Stockhausen: “Montag Aus Licht”)



Postilla sull’autore

Fabrizio Rota: laureato musicologia all'università di Siena è attivo nel campo musicale (elettroacustico-concreto) come compositore e improvvisatore ha collaborato con diverse realtà della danza, del teatro, della musica nell'area bolognese. Attualmente vive e lavora a Bruxelles dov’è direttore del centro di documentazione sulla musica elettronica dell'associazione “Musiques et Recherches”. Collabora regolarmente come giornalista per “Les Cahiers de L'ACME” (Bruxelles). Nel suo percorso artistico ha collaborato con: Zahava Seewald, Jim Denley, Alessandro Bosetti, Tristan Honsinger, Katzura Yamahuchi, Massimo Simonini, Fabrizio Puglisi, Catia Della Muta, Atelier de Création Radiophonique (Bruxelles), Orchestra Stolpnik, MIMEO, John Tilbury... e altri.
I suoi lavori sono stati presentati a: Angelica Festival Internzionale di Musica (Bologna), Tish Art Festival (NY), Maremma Teatro (Grosseto), Vari Venerdi (Siena), 48th Biennale d'arte di Venezia (Venezia), Teatri 90 (Milano), Bologna2000 Capitale europea della Cultura, Il suono di una mano sola (Cagli), Babele 3 (Bari), Festival van Vlanderen (Belgium), Une Saison Acousmatique (Bruxelles)...


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