EAQuartett / EASilence / EAOrchestra / Grim    
intervista con Alessio Pisani di Andrea Ferraris





Come è vero che le cose salgono in alto lo è altrettanto che scendono in basso, come quando quel tizio con le ali di cera fece un`enorme tonfo per causa di un`insolazione e come quando la musica volgare ed ambienti rock hanno flirtato con la classica o col jazz colto (senza scomodare nessun nome in particolare) ed allo stesso modo è successo anche il contrario, come in questo caso. Resta di fatto che quello dell`improvvisazione, in quanto 'non campo' in cui le regole 'ci sono ma non si vedono' oppure, in cui vale solo ciò che 'resta in piedi' anche se colpisce sotto la cintura, è la zona 'off-limits' dove seme ed ovulo s`incontrano. Se tratti dell` 'isola delle deformità ' o del confine in cui la 'selezione naturale' sta testando nuove specie da lanciare sul mercato, questo è difficile (p impossibile?) ipotizzarlo, nonostante ciò non potendo fare congetture sul lungo termine in merito a cosa resterà 'in piedi' e cosa no, ho provato un enorme piacere nell`ascoltare il disco degli EAQuartett tanto come alcuni degli altri progetti e delle collaborazioni a cui sono legati alcuni degli ementi che ne fanno parte. Pur trattandosi di improvvisazione, se non 'colta', quanto meno 'difficile', a differenza di molti dischi del genere è dotata di finiture melodiche ed anche di un cuore, quindi nulla che possa riportare alla mente qualche vecchio sarcofago free-jazz e nemmeno delle impolverate anticaglie da conservatorio, niente teatrini finto prog, niente kraut-i scaduti, niente rock slavato a basso rischio...EAQuartett, EASilence, EAOrchestra hanno dei lineamenti comuni, ma restano diversi nei cromosomi e negli sviluppi, se pensavate che dopo il Gruppo di Nuova Conosconanza, Dedalus, Andrea Centazzo ed altri il 'fuoco' si fosse definitivamente sposato in Inghilterra, avevate anche avuto ragione, ma il vento gira e nei paesi dove non c`è più niente da perdere come questo, a volte più che vento è vera e propria tramontana. Ne parliamo con Alessio Pisani che a quanto pare riesce a convivere brillantemente fra circuito indipendente e lavoro in conservatorio.


intervista con Alessio Pisani

Da subito ti associavo alle tue partecipazioni ai dischi degli Anatrofobia, poi EAQuartett, EASilence, EAOrchestra, GRIM...puoi spiegare di che si tratta nello specifico: un 'cartello'? ...cosa?
EAQuartett Ho approcciato all'improvvisazione fin dai primi anni di conservatorio, poi dopo il diploma una battuta di arresto durata molto tempo, impegni   con diverse orchestre e gruppi da camera sempre seguendo il mio grande interesse per la musica contemporanea, il ritorno alla musica improvvisata è avvenuto  grazie all'incontro e alla frequentazione di Mario Arcari, al quale sarò sempre grato, e all'incontro con gli Anatrofobia e la registrazione di Tesa Musica Marginale, la collaborazione con loro, anche se in maniera differente, è ancora viva e prolifica. L'incontro nel 2005 con il musicista filosofo Mirio Cosottini segna una svolta decisiva nel mio approccio all'improvvisazione, insieme diamo  vita al GRIM gruppo di ricerca e improvvisazione musicale, all'interno da allora collaborano molti musicisti e vivono vari progetti di ricerca che a volte sfociano in articoli o in produzioni discografiche. L'EAQuartett è uno dei progetti discografici uscito per l'etichetta interna al GRIM. l'EASilence è un altro progetto che sarà finito e pubblicato per l'inizio del prossimo anno in collaborazione con la AmiraniRecords e con la Mediaduks. Poi c'è l'EAOrchestra che è in fase di pieno lavoro di ricerca; ricerca che è indirizzata sulla notazione "improvvisazione controllata".  Questi alcuni dei progetti che in questo momento guizzano all'interno dell'associazione.

Ma allora 'l`improvvisazione non si improvvisa'? Ha ragione Bailey quando laconicamente afferma che lo studio comunque non garantisce buoni risultati? Ma se è così allora sarà /è un campo dove vale tutto?...è alla portata di tutti? 'Improvvisazione?...ah...sono capace anch`io'?
Da tre anni con il GRIM teniamo due seminari-laboratori, uno invernale presso il Conservatorio di Padova ed uno estivo presso i corsi di alto perfezionamento musicale di Bertinoro, a questi corsi si iscrivono musicisti allievi di diversa estrazione, classica, jazz, rock. Non abbiamo la presunzione di insegnare qualcosa che a mio avviso non si può insegnare ma cerchiamo di fornire l'allievo di quel bagaglio storico, filosofico, tecnico-strumentale e perchè no immaginifico che sicuramente deve far parte di chi vuole esprimersi attraverso l'improvvisazione. Molti ragazzi che arrivano da noi stanno cercando rifugio e cercano di fuggire da alcune loro carenze strumentali-musicali, ebbene la prima cosa che cerchiamo di far loro capire è che questo non si può fare, l'improvvisazione è una cosa seria recitava il titolo di un nostro seminario. Luca_Cartolari_Alessio_Pisani_e_Mirio_Cosottini Nella tua domanda citavi Bailey, il suo libro L'IMPROVVISAZIONE è citatissimo nei nostri laboratori ed è tra quelli che consigliamo di leggere ai nostri allievi. Mi chiedevi anche se secondo me l'improvvisazione è alla portata di tutti....secondo me lo è solamente se si è disposti ad intraprendere un sincero lavoro di ricerca su più fronti, tecnico-strumentale, musicale, storico ed assolutamente interiore.

Ma l`imprecisione tecnica (e quindi a volte l`imperizia e la non perfezione dell`esecuzione) di cui parlavi non è proprio quella su cui a volte viene costruito 'l`edificio' dell`improvvisazione? E per altro: 'componente aleatoria', 'coincidenza', 'fattori casuali'...qual è il peso del caso in questo ambito?
Il CASO.... Andrea sollevi una questione non da poco, proprio in questi giorni sto leggendo Corrispondenza e Documenti, lettere e discussioni tra Boulez e Cage, fu proprio il caso il pomo della discordia che portò all'allontanamento tra i due musicisti, anche se all'inizio c'era intesa sull'argomento, attuato chiaramente in maniera diversa, alla fine il problema era semplicemente del NON CONTROLLO o CONTROLLO TOTALE. Il CASO nella mia musica, nel mio suonare-improvvisare e nel mio scrivere musica ha molta importanza ma non lo confondo mai e a mio avviso non è da confondere con A CASACCIO, intendo dire che devo essere in grado di usare-scegliere un suono piuttosto che un altro, un tipo di attacco, un`intonazione, pulizia o sporcizia ecc...Questa e tecnica, controllo tecnico strumentale, a questo punto allora posso tranquillamente e piacevolmente spalancare le porte al caso che entra a far parte e molto spesso arricchisce la composizione-improvvisazione che sto vivendo in quel momento. Non vorrei sembrare un precisino, non lo sono, l'imprecisione tecnica la 'non perfezione' dell'esecuzione a volte sono decisamente le benvenute mentre l'imperizia se posso la lascio volentieri fuori dalla porta. Possiamo decidere su cosa costruire "l'edificio" dell'improvvisazione, se vogliamo anche sull'imprecisione ma comunque lo voglio decidere, questo non lo lascio al caso, non credo si possa.

Stiamo parliamo di 'edifici', ma in pieno disfacimento di tutto non è forse più coerente adattarsi ad un crollo? Di recente mi hanno passato un lavoro di Earle Brown a cui partecipa persino Merzbow, che per certi versi è un po` come se avessero fatto suonare un gruppo di satanisti dentro al Vaticano. In piena era di riscoperta del rumore (industriale e non), quando fare del 'gran casino' trova una sua dignità di essere e rende addirittura 'cool', ha più senso cercare di razionalizzare o facendolo si rischia di andare in contro all`anacronismo?
Non conosco il lavoro di Earle Brown che citi ma l'idea di un gruppo di satanisti che suonano in Vaticano, beh devo dire che mi fa molto ridere, probabilmente andrei a sentire il concerto...ah ah ah. Ho sempre cercato e cerco di essere coerente, intendo dire che proprio in questo momento che così bene ed  in maniera quasi apocalittica  te descrivi sento semmai il bisogno di lavorare in altra direzione, forse opposta. Il lavoro che io Mirio Cosottini e Luca Cartolari stiamo facendo con l'EASilence lo dimostra in pieno. Siamo bombardati da suoni ed immagini, nelle sale d'aspetto, lungo i binari della stazione ferroviaria, nelle toilette, nelle metropolitane, insomma in moltissimi luoghi e ore della nostra vita quotidiana, ebbene sento che è il momento di fermarsi e zittirsi un po' e far parlare e suonare il silenzio, sentire il respiro, concedere spazio all'altro. Mi parli di rumore e mi viene in mente la ricerca sonora-musicale di Varèse ad esempio in Arcana dove il contrasto passa dal rumore al silenzio con un senso poetico che ti lascia senza fiato. Benissimo riscopriamo il rumore (industriale e non) ma troviamo il modo di trarne riflessioni serie e non un pretesto per fare del gran casino, in questo modo a mio avviso si può parlare di dignità e se poi addirittura 'cool' francamente non mi interessa. Pensare, riflettere e ricercare su tematiche che sentiamo particolarmente non porta a mio avviso verso l'anacronismo, io non mi sento anacronistico, anzi.

Tu oltretutto insegni in conservatorio se ben ricordo e per di più a Padova che se non sbaglio era esattamente dove aveva la cattedra Maderna. Spesso mi è capitato di sentire bofonchiare fra i denti che in Italia la classica contemporanea oltre ad entrare dalla porta di servizio vede privilegiati certi autori più di altri. Perché? E Berio era più un tramaccione un genio o uno stronzo integrale...oppure più semplicemente la congiunzione di tutt`e tre le cose?
Sì, insegno fagotto presso il Conservatorio di Padova e insieme a Cosottini teniamo un laboratorio di improvvisazione sempre presso questo conservatorio. La musica classica-contemporanea in Italia è sempre rimasta musica per pochi purtroppo, musica tenuta in considerazioni da pochi purtroppo. Ha quasi più ottenuto considerazione da appassionati che da direttori artistici o dirigenti di istituzioni artistiche per non dire poi dai politici, assessori, ministri ecc. Qualche responsabilità la abbiamo anche noi musicisti che a volte abbiamo perso un po' il contatto con la gente ma la maggior parte di responsabilità è di chi gestisce le risorse per la cultura. Tanti nostri dirigenti-politici parlano di cultura, promuovere, divulgare ma non hanno mai dato veramente la giusta importanza a chi fa ricerca e sperimentazione in Italia. Notti bianche (tutto in una notte e poi non rompeteci le scatole), festival con star, meglio Americane o comunque straniere, case del jazz con sempre i soliti jazzisti che suonano e fanno rimpatriate. Da poco è stato pubblicato il Libro Bianco che raccoglie tutte o quasi le associazioni che si occupano di musica contemporanea e di ricerca, associazioni che miracolosamente ancora vivono e lavorano, meglio dire sopravvivono, non voglio fare riferimento al GRIM che è relativamente giovane come realtà ma ti assicuro che ci sono associazione che lavorano da decenni e come ultimamente mi ha detto Lelio Giannetto di Curva Minore di Palermo, è un miracolo che ancora ci siamo, non mi spiego come. L'appartenenza politica per alcuni compositori, musicisti, esecutori,  come in tantissimi campi in Italia, ha sicuramente giocato un ruolo importante ma questo Andrea è un capitolo complesso-articolato ma decisamente risaputo, ormai sono anche stufo di parlarne. Per quanto riguarda Luciano Berio io con lui ho lavorato solo un paio di volte eseguendo alcune sue partiture e trascrizioni, tra queste Requies....bellissima. Certo non era uno zuccherino quando lavorava, era esigente e a volte  decisamente infastidito-incattivito dalla realtà culturale all'interno delle orchestre e dall'atteggiamento della maggior parte degli orchestrali, questi a mio avviso sono anche loro responsabili della cattiva considerazione in Italia per la musica contemporanea. Sicuramente considero Berio una grandissima personalità della musica del `900 e la sua attenzione al suono al timbro è decisamente fonte di grande ispirazione. Altro su di lui io non so.

E della 'fine della Storia' che mi dici? Siamo destinati a ripeterci (e a ripetere tutto dandogli giusto quei tre suoni diversi)? 'No future' come ironizzavano iconoclasticamente quei geni dei Sex Pistols o qualcosa di buono c`è anche nelle 'scuole' e nei metodi di apprendimento 'scolastici'?... insomma ho seguito Lucignolo (senza voce fuori campo) e Pinocchio nel 'Paese dei balocchi' ed a `sto punto mi tocca anche domandarmi/ti se ti senti più Mangiafuoco o il Grillo Parlante...
Alessio_Pisani_e_Mirio_Cosottini_auditorium_di_MontevarchiMi hai beccato!  Arrossisco nel confessarti  che in materia pinocchiesca sono decisamente carente e non saprei dirti in questo momento se mi sento più Mangiafuoco o il Grillo Parlante, probabilmente nessuno dei due. Confesso che anche dei Sex Pistols so poco che niente ma ti prometto che rimedierò a queste mie carenze. La scuola a mio avviso sta vivendo un periodo difficile, parlo precisamente dei Conservatori, c'è tanto movimento e tanti cambiamenti, alcuni anche interessanti e stimolanti ma la transizione al nuovo ordinamento a mio parere sarà lunga e travagliata e comunque ci sono ancora molte cose che non vanno. Chi studia in questo momento  è bombardato da tante proposte ma   buttate un po' alla rinfusa, voglio dire che trovano tanto o comunque più di prima, il problema è  che la maggior parte dei nuovi corsi ancora non funziona come si deve e quindi quello che dovrebbe essere alta specializzazione lo è solo sulla carta. Chi insegna a mio avviso è chiamato ora più che mai ad un grande sforzo per aiutare i ragazzi a trovare la loro strada, si trovano tante proposte ed ho la sensazione che passano molto tempo a pensare-decidere se fare questo o quello, questo e anche quello ecc.   consiglio loro di prendere le loro decisioni anche  provando a fare,   sperimentando quello che in quel momento sentono come la loro strada musicale. Negli ultimi anni sono stato molto a contatto con i giovani, grazie anche ai laboratori di improvvisazione che teniamo io e Mirio, trovo in loro un grandissimo potenziale, talento, grande sensibilità e a volte sono decisamente sorprendenti anche per la voglia di ricerca che anno, loro saranno il futuro. Io nel mio piccolo trovo che nella musica ci sono molte cose che sono state archiviate o abbandonate ma che non sono affatto risolte o per lo meno non del tutto. Ad esempio la notazione nel campo dell'improvvisazione può a mio avviso dire e dare ancora moltissimo, io con il GRIM in questo momento mi sto concentrando su questo, ed i primi risultati sono molto stimolanti ed incoraggianti. Forse è già stato detto praticamente tutto ma lavorando nel dettaglio si può ancora dare qualcosa , fare la nostra parte. Non prendiamo sempre per buono il fatto che se una cosa è stata messa da parte è sicuramente giusto così, la componente storica ha il suo peso e non è detto che quello che poteva sembrare inutile ieri oggi non possa ritrovare la sua importanza.

Mediamente siete gente 'che ha studiato', intendo dire che bene o male siete dei 'professionisti', per di più come mi dicevi hai suonato anche in orchestre e sotto direzioni e conseguentemente con commissioni/location e 'soldi' in proporzione. Di recente ho visto che con vari progetti GRIM invece avete suonato parecchio nel circuito indipendente: questo è dovuto alla penuria dei contesti dove poter suonare, perchè con tutte le sue magagne è un po` un ghetto dove finiscono gli apolidi e i diseredati di tutti i generi, perchè ognuno fa ciò che può o perchè è giusto confrontarsi proprio là dove si è fuori contesto? Cosottini_Pisani_CartolariE dopo questa inesorabile pippa di domanda, visto che io per primo credo che non sia certo meglio di molti ambienti a cui si contrappone: come vi siete trovati nel circuito 'indipendente' (e senza peli sulla lingua)?
E` vero ultimamente abbiamo fatto diversi concerti in locali che fanno parte del circuito indipendente, l'idea di  suonare la nostra  musica anche in questi luoghi mi piace molto e trovo doveroso provare ogni tanto di proporre i propri lavori anche dove si è fuori contesto, i risultati non sono poi così negativi. Abbiamo trovato locali gestiti molto bene dove siamo riusciti a suonare la nostra musica ma   purtroppo nella maggior parte dei casi abbiamo riscontrato un po' di trascuratezza e credimi, non per mancanza di soldi ma proprio per un modo di porsi ed agire che sembra a volte far parte di quest'ambiente. Voglio dire che basterebbe veramente poco per mettere tutti i musicisti che arrivano nel tuo locale a proprio agio, parlo ad esempio del lato tecnico,   cavi scoperti , pelli distrutte, poca pubblicità e condizioni di ospitalità al limite dell'accettabile per poi parlare del piano organizzativo. Questo francamente non lo capisco, a mio avviso basterebbe pochissimo per fare un salto di qualità ma credo che questo alla fine non interessa, non fa parte di una certa cultura. Con questo non voglio dire che ora come ora per noi i posti ideali sono le sale da concerto, anzi....la polvere e l'odore di muffa che spesso vi si ritrova non  sono facili  da sopportare, in quei  posti sono abituati alle lezioni concerto, parole parole ma di aprire le orecchie spesso non se ne parla. Credo che al di là dei  luoghi e dei circuiti la nostra musica, che vive anche grazie all'emozione improvvisativa, andrebbe suonata ovunque si può facendo però lo sforzo di entrare in sintonia con il luogo, la sua acustica, la sua storia e la storia di chi lo ha frequentato  per poi proporsi ed entrare quindi in contatto con  la gente che lo frequenta e che lo vive.

Invece facendo delle valutazioni, in questi “fantastici anni 60/70” (e immaginatelo pure pronunciato alla Gianni Minà ) funzionava tutto meglio? Ma sarà vero? Anche la scena sperimentale e/o improvvisata sarà stato 'sto ambiente meraviglioso? Ma sarà vero che tutto quello che si doveva dire è già stato detto? Oppure da lì si parte e si arriva come modello concettuale e quindi da lì non ci si schioda (soprattutto se da lì non ci si vuole schiodare)?
Sicuramente in quegli anni è stato fatto molto, inventato, trovato molto, basti pensare solamente ai nomi che operavano a quei tempi nel campo della musica contemporanea e della sperimentazione, ma se funzionava tutto meglio questo non lo so. Io ho iniziato a suonare e a studiare musica intorno al 1984 ed a interessarmi seriamente di musica contemporanea intorno agli anni 90. Mirio_Alessio_e_Luca_nello_studio_di_registrazione_MediaDuksDevo dire che il panorama all'epoca non mi entusiasmava, certo c'erano più risorse ma sicuramente se le spartivano più o meno sempre gli stessi, la maggior parte degli strumentisti-esecutori (bravissimi tra l'altro) mi davano l'impressione di trovarsi li più per mungere quella mucca abbastanza gonfia che per un motivo veramente artistico, poi c'erano quelli che ci credevano e che avevano un indirizzo ben preciso di ricerca e che si ponevano domande serie ed agivano con rigore ed onestà , quelli chiaramente lavoravano molto meno. Oggi che la mucca è rimasta praticamente senza 'latte' i primi citati fanno altro, sono diventati insegnanti scazzati, inventano progetti che durano solo il tempo di incassare le sovvenzioni ecc. Gli altri continuano a lavorare a porsi domande anche con quel poco (quasi niente) di risorse economiche a loro disposizione. Un esempio tra tutti e per tutti è Claudio Lugo che ancora oggi suona, compone e insegna con grande slancio e serietà . Per quanto riguarda la domanda se quello che si doveva dire è già stato detto....beh...capisco che la cosa possa mettere una discreta ansia ma se devo essere sincero non mi pongo troppo il problema. Credo che le grandi svolte, le grandi intuizioni oggi come oggi non possano più avvenire e proprio per il fatto che è sicuramente già stato detto molto, forse 'tutto', quindi a mio avviso la cosa migliore è cercare di procedere per piccolissimi passi. Finchè troverò qualcosa su cui indagare, da sviluppare, ricercare e sperimentare lo farò, altrimenti posso starmene buono buono a suonare. C'è tanta bellissima musica già scritta e tantissima di questa non l'ho ancora suonata, insomma non penso che mi annoierei.

Quindi cosa pensi di quel vecchio detto in base a cui 'chi sa fare le cose le fa, chi non le sa fare le insegna'?
Ebbene Andrea , mi vuoi provocare? vuoi fare a cazzotti?  Sai qual'è la prima cosa che mi viene in mente leggendo la tua domanda? E` una frase del noto cantautore genovese mio conterraneo: 'SI SA CHE LA GENTE DA BUONI CONSIGLI QUANDO NON PUO` DARE IL CATTIVO ESEMPIO'..........che dire......forse è vero.....forse no. Di quel vecchio detto penso che oggi risulta decisamente vecchio, che comunque chi si ritrova a suonare o a insegnare  non ci è arrivato perchè erano in tre al concorso e di quei tre due si erano fatti imprestare lo strumento per sostenere l'esame. Questo avveniva diversi anni fa e non mi vengano a dire che una volta il livello era più alto.  Non mi vergogno nel confessarti che tante cose le ho imparate, consolidate, fissate proprio insegnando e non prima.  Comunque sappi che continuo a dare pochissimi consigli e tendo a dare molti cattivi esempi. Cazzo ci sei riuscito, ora mi radieranno, ecco qual'era il tuo disegno iniziale!

..ah beh allora terminiamo per questa via e cerchiamo di farti perdere la stima anche della famiglia: hai una bambina piccola esatto? Raccontami un po` cosa succederà quel giorno che arriverà a casa dicendoti: 'Ciao papà , lui è Vomito, il mio nuovo fidanzato, suona in una band e dice che fai della gran musica di merda'?
Quando ho letto la tua domanda ho riso come un matto poi l'ho riportata a mia moglie Adriana (anche lei musicista) e abbiamo riso insieme forse con un po' di lucciconi al pensiero di Viola, la nostra piccola che ci presenta il suo fidanzato. E` chiaro che ci auguriamo non si chiamerà Vomito!!!.  Che vuoi che ti dica, se questo accadrà spero di riuscire a capire la sua musica, i suoi valori e non valori, cercando di non partire-misurare con i mie di valori (quasi sicuramente non comprensibili a loro) e sicuramente non usando come termine di paragone la mia musica. Poi del resto chissà che cazzo di musica suonerò quando verrà quel momento. La cosa che invece posso oggi dirti è che attraverso lo sguardo sul mondo di Viola stiamo riguardando un po' tutto con nuovi occhi e credo-spero che tra qualche anno ci aiuterà a guardare anche la musica con nuovi occhi ed ad ascoltare con orecchie di nuovo pulite. I valori e la musica di Vomito non saranno di certo i miei valori e la mia musica per lui sarà una vera merda, ma lui è il futuro e dobbiamo guardarlo con rispetto, aiutarlo se lo chiederà , lui dirà cose nuove che probabilmente faremo fatica a capire o ad accettare ma quello che dirà sarà sicuramente più importante di tutto quello che oggi posso dire io, perchè lui è proiettato dove io non posso pensare di arrivare neanche in sogno.



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