Zeitkratzer    di etero genio (no ©)





A volte succede di utilizzare un po' a sproposito iperboli come fondamentale, essenziale, pietra miliare, capolavoro.... Accingendomi a scrivere degli Zeitkratzer voglio mettere il lettore nella giusta ottica, dacchè nel loro caso l'utilizzo di simili termini non è mai sprecato nè gratuito.
Gli Zeitkratzer sono davvero un ensemble fondamentale di questi anni, dal momento che sono il primo ed unico collettivo (e in ogni caso uno dei pochi) dedicato strettamente all'esecuzione di musiche scritte da compositori contemporanei non necessariamente di estrazione accademica. In realtà ci sono state altre realtà che si sono sporcate le mani con materiali non esclusivamente accademici - Soldier String Quartet, Arditti Quartet, Kronos Quartet, Balanescu Quartet, Ensemble Modern... - ma era la loro impostazione ad essere accademica, tanto che hanno finito con il fare delle versioni 'colte' di brani 'incolti' e, soprattutto, sono sempre rimasti incanalati nel binario di `fedeltà all`opera originale` tipico dell`interprete di tradizione classica. Un`attività interpretativa realmente legata alla contemporaneità - dopo che ci sono stati gli standard del jazz, le cover del rock ed i remix della musica elettronica - non può invece prescindere da un riarrangiamento attraverso il quale l`esecutore plasma la materia originaria a sua immagine e somiglianza. E poi gli Zeitkratzer non possono sporcarsi le mani perchè le hanno già contaminate in partenza, basta guardare un po' i nomi che comprendeva la prima formazione dell'ensemble: Burkhard Schlothauer (violino), Michael Moser (violoncello), Alexander Frangenheim (contrabbasso), Axel Dörner (tromba), Melvyn Poore (tuba), Ulrich Krieger (sassofoni), Reinhold Friedl (piano), Luca Venitucci (fisarmonica), Raymond Kaczynski (percussioni) e Dietmar Dinklage (suono), in buona parte strumentisti attivi in ambiti dissimili della musica contemporanea.
Axel_Dörner Reinhold Friedl (una specie di padre-padrone dell'ensemble) rimarrà fedele a quest'organico di 10 elementi nel corso degli anni, tanto che la formazione più recente è così assestata: Burkhard Schlothauer (violino), Anton Lukoszevieze (violoncello), Uli Phillipp (contrabbasso), Franz Hautzinger (tromba), Marc Weiser (elettroniche, sassofono soprano), Frank Gratkowski (clarinetti, sassofoni), Reinhold Friedl (piano), Hayden Chisholm (clarinetti, cornamusa), Maurice de Martin (percussioni), Ralf Meinz (suono). L`unico cambiamento reale (al di là dei nomi) sta nella fisarmonica che è sostituita dalle elettroniche di Weiser (dei Rechenzentrum), nel basso tuba sostituito da un secondo strumento ad ancia e nella presenza di un undicesimo elemento (Andreas Harder che si occupa dell`aspetto 'luci').
A tutto questo va aggiunto un repertorio che attinge dai generi più svariati, comprensivi di elettroacustica, noise, minimalismo, industrial e metal. Quindi appare ben giustificata la definizione di `post everything` utilizzata a proposito del loro fare musica.
Stando così le cose è chiaro che per gli Zeitkratzer non è più il caso di usare la vecchia dicitura 'ensemble da camera' ma una più corretta e corrente 'ensemble da club' (o `ensemble da galleria d`arte`), in pratica il prototipo di una nuova specie destinata all'esecuzione di musiche da club od alle installazioni in gallerie d`arte.
E non è un caso se l`ensemble s`è formato nella Berlino di fine millennio, una Berlino riunificata che ha funzionato da catalizzatore per le musiche più innovative degli ultimi anni, ben distante da quella città , e da quella Germania, che nei primi anni Settanta stava subendo i postumi della sconfitta bellica e la cui musica veniva bollata in modo denigratorio dai giornalisti inglesi come `krautrock` (rock del cavolo).
Ulrich_Krieger L`altro aspetto che merita attenzione riguarda il concetto d`ensemble che gli Zeitkratzer interpretano alla perfezione, e cioè il concetto di un `insieme` che suona veramente una musica d`insieme. E bisogna dare atto di nuovo al leader Reinhold Friedl per tanto rigore, chè non credo sia facile tenere a bada le singole pulsioni di strumentisti dalla personalità così spiccata.
Il debutto è del 1999 con la triade “soundiX”, sonX” e “Xtensions” (Timescraper Music). Inizio con lo stendere un elenco dei compositori interpretati, chè in buona parte si tratta di nomi particolarmente oscuri e, anche quando sono più conosciuti, si tratta sempre di musicisti che stanno ai margini dell`accademia, e questo contribuisce in modo determinante a far si che nei tre CD vengano schivate quelle `ovvietà ` consuete in coloro che vanno ad interpretare materiali del secondo Novecento (Cage, Feldman, Partch e tutti i `sempre presenti` per diritti acquisiti).
Daniel Ott: è un giovane compositore-pianista svizzero del quale vengono proposti ben tre brani;
Phill Niblock: ormai dovreste conoscere un po` tutti il musicista newyorchese ed i suoi continuum elettroelettronici;
Mario Bertoncini: la componente più iconoclasta del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza;
Yungkyung Lee: di lui non sono riuscito a scoprire molto, se non che è un pianista-compositore abbastanza attivo in Germania, seppure sia di probabili origini coreane;
Nic Collins (Nicolas Collins): compositore americano di area elettroelettronica piuttosto noto - ha pubblicato dischi su Lovely Music e su Apestaartje - che ha frequentato a lungo l`ambiente berlinese;
Nico Richter-De Vroe: questo dovrebbe essere Nicolaus Richter de Vroe, un compositore-violinista nato in Olanda nel 1955;
Luca_Venitucci Elliott Sharp: quello del clarinettista e bassista americano dovrebbe essere un altro nome sicuramente noto ai nostri lettori;
Keith Rowe: il chitarrista degli AMM;
Laurie Schwartz: compositrice americana del Massachusetts che si è trasferita in Europa dove è molto attiva soprattutto nell`area di Berlino;
e Radu Malfatti: il trombonista austriaco che si è fatto le ossa nei combo di jazz sudafricano-inglesi attivi nella Londra degli anni Settanta e che oggi è un po` il guru degli sperimentatori di area germanica.
Accanto alle composizioni di questi artisti ci sono anche scritture di alcuni componenti dell`ensemble: sia del leader Reinhold Friedl e sia di Ulrich Krieger, Luca Venitucci, Raymond Kaczynski, Burkhard Schlothauer, Melvyn Poore e Axel Dörner.
Questi primi CD possono essere approssimativamente distinti in tre tipologie sonore diverse:
“soundinX” è legato soprattutto ai continuum, con suoni lunghi e spesso ripetitivi e oscuri, ed è segnato dai 20 minuti di Not Tied, Knot Untied - Old (Niblock), mentre gli altri momenti salienti stanno in Sinfonia (“de respiri”) di Bertoncini, Il cimitero chiuso di Krieger e Desert Voyage di Yungkyung Lee;
“sonX” è orientato più verso un mood sonoro frantumato, disconnesso o jazzato, con i momenti clou impersonati delle tecniche glitch di Collins (Broken Choir), dalla no wave di Sharp (Coriolis Effect) e dal surrealismo della Schwartz (The Cubes);
“Xtensions” è invece dedicato ai suoni rarefatti, tenui e dilatati, con Malfatti (Sprachlos) a fare da unico contraltare alle scritture di alcuni componenti dell`ensemble (Schlothauer, Krieger, Poore e Dörner).
Melvyn_Poore Una scheggia di queste registrazioni (55 Similar Sounds Plus 2 Drummers Drumming di Burkhard Schlothauer) verrà pubblicata nel 2005 in "Chamber Events", usito su Edition Wandelweiser Records a nome del trombettista, e si tratta di una scrittura molto minimale il cui svolgimento viene interpretato alla perfezione dal titolo.
La raccolta di brani sparsi "electroniX" (pubblicata anch'essa nel 2005, su X-Tract) può essere considerata, ad iniziare dal titolo, come un'appendice a questi primi lavori, orientata però verso una logica di elaborazione elettronica. Il disco raccoglie materiali che vanno dal 1999 al 2004 e contiene tra l'altro una composizione di Bernhard Günter ed un improvvisazione in compagnia del sassofonista Dror Feiler. I brani della raccolta sono stati registrati in anni ed in situazioni diverse e, di conseguenza, dall`uno all`altro cambia anche la composizione dell`ensemble. In linea di massima il CD fa riferimento ad autori di stanza stabile o temporanea in quel di Berlino, dai provocatori Column One all`accoppiata Manfred Klauß / Onnen Bock, attraverso Terre Thaemlitz. Il brano di quest`ultimo è una derivazione dal disco in collaborazione con l`ensemble di cui ci occuperemo fra qualche riga.
Klauß & Bock sistematizzano un montaggio fra una composizione di Schlothauer (la stessa della quale ci siamo occupati qualche riga addietro) e Bisherigori della compositrice francese Anne Gillis.
Il brano dei Column One proviene da un`installazione in cui alcuni musicisti erano allineati fra un monitor ed una videocamera, e determinavano così attraverso i loro movimenti delle linee di feedback.
Nel pezzo di Günter l`ensemble interagisce con un CD contenente registrazioni fornite dall`autore stesso.
La raccolta rappresenta anche il punto ideale di passaggio fra una prima e una seconda fase nell`attività degli Zeitkratzer.
Dopo essersi presentato con queste selezioni ad ampio raggio, infatti, l'ensemble si dedica ad operazioni più `mirate` dedicate ad un particolare mood sonoro o ad uno specifico compositore. Al 2000 e 2001 risalgono, tutti orientati in quest'ottica, "Noise\ ...(Larm)" (Tourette Records), "Fresh" (coproduzione fra X-Tract, Allquestions e Podewill) e Untitled #111 (For Jani Christou) incluso in "Untitled (2005)" di Francisco Lopez e pubblicato su Anoema nel 2006; più "Super-Superbonus", una collaborazione con Terre Thaemlitz uscita solo in vinile (in coproduzione fra Kirschbier Records e Comatonse Recordings) con una copertina che ricalca le vecchie confezioni della Deutsche Grammophon. E proprio ascoltando i quattro brani di quest'ultimo disco (è disponibile normalmente nel sito di Thaemlitz) vi risulterà più chiaro cosa intendo con ensemble e musica da club. Le atmosfere fumose, equivoche, oscure, vagamente jazzy e rilassate, leggermente decadenti, disturbate però da schegge di ricercato (r)umorismo-psichedelico, sono quanto di più chic e azzeccato può venire oggi proposto all`interno di quei club che si occupano di `ricerca sonora`.
In "Noise\ ...(Larm)" ci sono cinque brani, uno di Dror Feiler e due a testa di Merzbow e Zbigniew Karkowski, ed è curioso vedere un gruppo di musicisti essenzialmente acustici alle prese con muri di rumore così compatto ed efferato. Il disco con Duncan ed il brano con Lopez, pur non dicendo nulla di essenzialmente nuovo e/o particolare, confermano l'ensemble come unico detentore contemporaneo della grande tradizione interpretativa; questa prevede infatti da sempre tre direttive principali: Burkhard_Schlothauer misurarsi con composizioni considerate minori, misurarsi con composizioni scritte appositamente per quello specifico interprete e misurarsi con le grandi pagine classiche e storicizzate (e leggerete poi come gli Zeitkratzer riescano ad essere originali e perfettamente `contemporanei` anche in quest'ultima nota distintiva). Per quanto riguarda le collaborazioni elettive, oltre a quelle con Duncan, con Lopez, con Thaemlitz e ad altre rintracciabili su "electroniX", ce ne sono anche alcune che non sono mai state pubblicate su supporto, come quella con Haino Keiji dell'autunno 2005 (ne trovate traccia su "You Tube" ai collegamenti riportati sotto).
Al 2002 risalgono tre progetti di particolare interesse: "Random Dilettants" (nella serie Mort Aux Vaches della Staalplaat), "Die Kraft Der Negation" (su Volksbuehne Recordings) e "Metal Machine Music" (realizzato nel 2007 dalla Asphodel).
“Random Dilettants” omaggia la serie in cui esce e si presenta come un piccolo oggetto d`arte, la copertina è interamente ricoperta da una patina argentata da raschiare via come nel `gratta e vinci`, i 50 brani sono studiati per essere ascoltati in sequenza casuale e in ogni brano i componenti del collettivo ruotano agli strumenti andando a formare 8 combinazioni diverse (ma in nessuna di esse suonano lo strumento che gli è abituale: il fisarmonicista Venitucci, ad esempio, si cimenta con violino, voce, tromba, sassofono, violoncello, basso tuba, contrabbasso e percussioni). Ed alle idee brillanti, è questo il bello, corrisponde un risultato altrettanto brillante.
"Die Kraft Der Negation" è stato registrato in un luogo storico quasi 'sacro', qual'è il Volksbühne di Rosa Luxemburg Platz, ed a suo modo dissacra realmente quel poco di venerabile che oggi è rimasto, Franz_Hautzinger tornando sì all'idea dei primi dischi ma allargando il campo visivo al gotha della sperimentazione da un lato e ad alcune forme estreme del rock dall'altro. Un elenco dei brani basta a chiarire il concetto: Satan Spawn, The Caco-Daemon dei Deicide (da “Legion” del 1992), Hamburger Lady dei Throbbing Gristle (da “D.O.A.”), Pression di Helmut Lachenmann (uno dei più importanti compositori tedeschi del `900), Man Lässt Dinge Fallen Und Beobachtet Sie - Eine Herbstmusik del coreano Kunsu Shim, e Telephones And Birds di John Cage. Si tratta, naturalmente, di un disco strepitoso ma, purtroppo, non facile da reperire.
La registrazione di “Metal Machine Music”, seppure il disco sia stato pubblicato solo all`inizio di questo mese (settembre 2007), risale al 17 Marzo del 2002, ed è stata effettuata anche questa a Berlino. La formazione dell`ensemble è molto simile a quella degli inizi, mancano all`appello soltanto il violoncellista Michael Moser, il trombettista Axel Dörner ed il percussionista Raymond Kaczynski rimpiazzati rispettivamente da Ulrich Maiß, Franz Hautzinger e Adam Weisman. Ricordo che, in occasione di una vecchia edizione del festival Angelica, il sassofonista Ulrich Krieger mi comunicò con fare circospetto da `carbonaro` una notizia (secondo lui) sensazionale: era quasi giunto a buon esito l`abboccamento con Lou Reed per una riedizione di “Metal Machine Music” da parte degli Zeitkratzer. Sul momento presi la cosa come una balla o come il frutto della (mitoma)nebbia che permea un po` tutti i musicisti, e poi mi dimenticai di quell`episodio fino a quando non vidi pubblicizzate le date dei concerti che presentavano l`inedita accoppiata Lou Reed / Zeitkratzer. Anton_Lukoszevieze E proprio Krieger (con l`aiuto di Luca Venitucci) ha arrangiato questa versione per ensemble della storica composizione. Il pezzo è stato suddiviso in tre parti distinte, per circa 50 minuti complessivi, e alla fine della terza parte entra Lou Reed, dapprima con un breve solo di chitarra e poi per un `glorioso` finale insieme all`ensemble. Rispetto alla vecchia diatriba sul brano, che vede contrapporsi in due fazioni chi lo considera una grande porcata e chi lo considera uno dei capolavori della musica del `900 (e personalmente non ho ancora deciso da che parte stare), questa esecuzione sposta nettamente l`equilibrio a favore del secondo partito. Per dare il giusto tono all`avvenimento la Asphodel ha pubblicato il disco in versione de luxe, con doppio dischetto CD + DVD che propone la performance sia in semplice versione audio sia con il supporto delle immagini. E` bene concentrarsi nella versione video del concerto, perchè è in grado di mostrare senza equivoci tutta le veemenza di cui l'ensemble è capace nel riproporre, su una strumentazione totalmente acustica, questo inno al rumore in una performance che appare veramente liberatoria, al pari di quelle proposte dagli artisti più invasati del rock e/o del jazz. I musicisti, ad eccezione del pianista e del percussionista che stanno a terra rispettivamente sulla sinistra e sulla destra dello spettatore, sono dislocati sopra un ponteggio, mentre al centro della scena ci sono una sedia vuota ed una chitarra che attendono l'ingresso in scena di Lou Reed. E l'ingresso della star (che avviene alla fine della terza parte come già scritto) rappresenta uno dei momenti più emozionanti del concerto, con il passaggio secco ma senza soluzione di continuità fra il muro di suono dell'insieme e quello della sola chitarra elettrica. Uli_Phillipp Il DVD contiene anche, quale bunus, un'intervista al musicista americano condotta da Diedrich Diederichsen (purtroppo solo in inglese).
Fra i pochi materiali registrati in tempi più recenti v'è “E2-E4 Live”, revisione concertistica del noto brano scritto dal chitarrista degli Ash Ra Tempel, si tratta di un estratto di una ventina di minuti da un concerto dato il 25 Marzo 2005 ancora al Volksbühne di Rosa Luxemburg Platz - con la presenza sul palco dello stesso Manuel Göttsching (il CD è uscito a suo nome) - che stranamente non compare nella discografia riportata nel sito dell`ensemble. La scarna confezione non contiene nessuna nota sui musicisti presenti, anche se la data di registrazione lascia presupporre che si tratti della nuova formazione con Marc Weiser. E` indubbiamente il capitolo più debole dell`intera discografia, non tanto a causa dell`interpretazione che ne viene data (che anzi migliora l`originale apportando un`interessante serie di interventi strumentali) quanto per i difetti originari del brano, improntato da una monotona liturgia ritmica e da ridondanti fioriture chitarristiche. So benissimo che E2-E4 è considerato come un`opera innovativa ma, se pur ciò debba esser vero, innovazione non è affatto sinonimo di qualità .
In concomitanza con "Metal Machine Music" la Asphodel, a dimostrazione che l'attività dell'ensemble non è unicamente legata alle vecchie produzioni, ha pubblicato anche un altro lavoro in cui viene eseguita una composizione del leader Reinhold Friedl ispirata dalle opere elettroniche di Iannis Xenakis e verosimilmente basata su formule matematiche; si tratta di un groviglio di suoni forse troppo caotico e, al contempo, non esente dal peccato di autoindulgenza. "Xenakis [A]Live" è stato registrato in data ed in condizioni imprecisate (comunque si tratta di una registrazione concertistica), ma la formazione corrisponde a quella che nel sito dell'ensemble viene riportata come l`attuale (ad esclusione della presenza del 'vecchio' Melvyn Poore invece di Hayden Chisholm), e viene anch'esso pubblicato in doppia edizione CD + DVD (seppur più sbrigativa dell'altra); la parte video non è però dedicata alla performance dell'ensemble ma ad una elaborazione elettronica di Lillevan, video-artista multimediale forte della sua esperienza con i Rechenzentrum e con altre numerose situazioni elettroniche. Il giudizio su questo lavoro non può essere di tipo univoco, la scelta di Xenakis non è infatti stupefacente quanto lo furono le scelte del passato e rischia di ricondurre l'azione dell'ensemble in ambito puramente accademico mentre l'accostamento suoni-immagini degrada gli Zeitkratzer al rango di qualsiasi artista audio-visuale elettronico. La composizione stessa mi sembra trascinarsi un po' anonima mentre, per quel poco che capisco di immagini digitali, la parte video - astratta, ageometrica e basata su foto e filmati che riguardano il sito archeologico di Persepolis - è piuttosto interessante. Ma se guardiamo al disco come ad un segnale di vitalità e come ad una promessa per una ripresa in grande stile delle attività il giudizio non può essere che positivo; e la circostanza che "Xenakis [A]Live" è uscito a nome di Reinhold Friedl, e non come Zeitkratzer, non credo sia una pura e semplice casualità ma il preludio ad un rientro in scena del collettivo con qualche proposta nuova e ben più appetitosa.
Un'esperienza così interessante non può certo andarsene a puttane.














collegamenti utili:
www.comatonse.com/thaemlitz
www.zeitkratzer.de
www.asphodel.com
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