Il percorso che ha portato JD Zazie sotto le luci della ribalta (o meglio: sopra la luce della lampada da tavolo) è all`insegna della discrezione. Se stessi trattando di un prelato userei il termine umiltà , ma l`umiltà è una cosa che poco si addice alla musica. Chi ne ha voglia può andare a rispolverarlo, quel percorso, a partire dal “Jodel Del Segafanciullo” della E-N.E.E.M. Projekt (anno 2002). Ma forse è meglio focalizzare l`attenzione su “Memory Loss” (perdita di memoria), un punto d`arrivo e un punto di partenza allo stesso tempo. Voglio però iniziare dalla scelta del moniker, più che spiegare il disco, perchè un nickname azzeccato è più esplicativo di biliardi di parole. Bla bla bla bla è un blaterare che spesso vuol dire poco e ancor più spesso non vuol dire niente. A cosa fa pensare JD (e non DJ) Zazie. E` forse solo un giocare al rovesciamento delle lettere? Da destra a sinistra invece che da sinistra a destra, come la scrittura araba. Secondo me c`è molto di più, da una parte sembra esserci l`affermazione sull`essere un DJ, nel senso che ne vengono utilizzati i mezzi e le tecniche, smentita però immediatamente dalla negazione della stessa figura, di una figura che serve solo a far ballare. Ecco, Zazie non è soltanto un DJ, è anche qualcosa di diverso, qualcosa d`altro. Un qualcosa d`altro che appare poi definito nella scelta di chiamarsi Zazie, nome ripreso da un personaggio surreale creato dallo scrittore francese Quenau. Il suo è un vivere nei sogni e di sogni, come per i personaggi di “Les fleurs bleues” dello stesso scrittore. Ma non dovete pensare a qualcosa d`irreale, campato in aria, chè JD Zazie ha i piedi ben ancorati al suolo. O meglio, volendo giocare ancora con la logica degli opposti, ha la testa ben fissata al suolo. La sua è ormai una tecnica sopraffina. Ma quale tecnica?, sento già mormorare. La tecnica, sì, perchè per manipolare un mixer serve altrettanta tecnica di quella che serve per suonare una chitarra, una tromba o una batteria, questo è ormai assodato. Il controllo delle manopole del mixer e dei suoni utilizzati è davvero perfetto, privo di sbavature. Mai, dico mai, escono fuori dai diffusori quelle scorregge gratuite, e poco edificanti, che nascono da un cattivo controllo delle macchine e, più spesso di quel che pensate, finiscono per debilitare questo tipo di musiche. E non si sente neppure alcuna semplice e sputtanata banalità . Dovrei adesso scendere con dovizia di particolari sui materiali utilizzati, ma sono riportati con dovizia di particolari e altre numerose notizie nella bella confezione che contiene il CD (in cartoncino 18x18 apribile per 3). Quindi chiudo, tranne aggiungere che “Memory Loss” è un gran bel disco. Tenetevelo stretto e abbiatene cura.
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