Avevamo incontrato Dalia Donadio nel notevole progetto di avant-folk Schwalbe & Elefant e la ribecchiamo oggi alle prese con i testi del poeta Daniele Pantano.
Il brano d`apertura un reading recitato con voce suadente. Poi, negli otto brani successivi, la Donadio si produce in un cantato in forma libera e confidenziale alla Jeanne Lee, con le parole e la voce che vengono piegate alle esigenze dei percorsi narrativo e musicale, non senza scivolare in vocalizzi nonsense alla Driscoll / Nicols e perfino nell`urlo torbido alla Patty Waters.
La musica, a tono, sta in sospensione fra jazz e psichedelia. Un basso ritmico ma anche discorsivo, con note grasse alla Pastorius, e una chitarra dilatata che di conseguenza finisce con il ricordare Pat Metheny.
Un altro volto di Dalia Donadio, altrettanto convincente di quello che gi conoscevano.
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