Il collettivo italo-iberico Kaczynski si scinde e ricompone in varie formule, rappresentate da diverse sigle, e pur senza eclatanti cambiamenti di rotta riesce sempre a stupire chi si addentra nei meandri delle sue musiche.
E` così anche per questo nuovo appuntamento.
I field recalcitranti di Niet F-n, la chitarra trattata di Pablo Orza e, solo in ἄÏχων 4, il violoncello di Macarena Montesinos riescono ancora una volta a toccare il giusto equilibrio fra armonia e rumore. Il risultato è ancora una desco music elaborata al microscopio. Roba da orafi, vien da pensare, e come quella altrettanto preziosa.
La mia è poco più di una segnalazione, ha infatti poco senso una disamina più approfondita quando ognuno può fiondarsi nel bandcamp dell`etichetta e, prima di decidere un acquisto, e di che tipo, può ascoltarsi con attenzione tutto il file. V`è poca logica nell`agire come in quella preistoria in cui il sommo giudice, altrimenti detto recensore, orientava i gusti e gli acquisti dando sovente ai suoi sudditi-lettori delle sonore, in tutti i sensi, fregature.
Caso mai preferirei, più che sull`alta qualità ormai assodata dei dischi prodotti dalle Kaczynski Editions, soffermarmi sulla sostanza di edizioni che stanno sempre più assumendo l`aspetto di ufficio stampa del collettivo madre con il rischio evidente di sminuirne le proprie potenzialità di affermazione. Il rischio di finire in un vicolo cieco mi pare evidente, e la pubblicazione di materiali d`altra provenienza rappresenterebbe una bella boccata d`aria fresca in grado di portare a un ulteriore positivo sviluppo per il piccolo marchio toscano.
Al momento una timida toppa viene posta attraverso le split “Tape Sessions”, che con “Commercial Tape” proseguono l`interessante esperimento precedentemente iniziato con “Urban Tape”. Il nastrino a due, questa volta racchiuso in un barattolo (tipo quelli per vernici), mette a confronto Matteo Barsotti, ex Stanza 101, e Mattia Ferrarini dei Dolpo.
L`elettroacustica di kERN e Batia Hasan è fatta di sonorità meno frastagliate, rispetto ai fiordi di Niet F-n e Orza, con sviluppi ariosi e dilatati, e con un moderato utilizzo di inquietanti mormorii vocali (in particolare il primo dei due). Il secondo pratica in un`ottica ancor più corposa, con valanghe sonore degne di alcuni progetti industrial, e senza disdegnare l`utilizzo di concitazioni vocali (chiaramente rubate).
Entrambi i lavori sono prodotti in edizioni limitatissime, nei formati fisici, alle quali fa da contraltare una distribuzione digitale illimitata.
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