roberto fega (intervista)    
di e. g. (no ©)





Un`introduzione per questa intervista a Roberto Fega? Sono giorni che ci penso e che cerco di capirne il senso, perchè rileggendo l`intervista ho l`impressione che sveli sufficientemente sia l`uomo sia il musicista, per cui qualsiasi cosa possa (post)scrivere nulla aggiungerebbe al senso generale delle parole che seguono, e addirittura potrebbe togliere al lettore il gusto della scoperta di quello che è un autentico scrigno ricco di sorprese. Mi sembra comunque il caso di contestualizzare l`intervista, che ha avuto luogo via posta elettronica in un periodo compreso fra l`autunno 2008 (qualche giorno prima delle presidenziali statunitensi) e la primavera inoltrata del 2009.
Posso aggiungere che l`incontro con la musica di Fega, attraverso una copia promozionale del CD-R “Metafonie” inviatami da Silenzio Distribuzione, rappresentò una specie d`illuminazione, tanto che di quel disco buttai giù di getto una recensione entusiastica (vai alla recensione). E` un universo affatto particolare, il suo, fatto di memoria, dubbi, poesia, rimandi, impegno sociale, citazioni [pensate un po` ad un titolo come “Fave quotidiane” e, anche alla luce di quelli che sono i suoi dischi preferiti, pare ovvio il riferimento (conscio od inconscio che sia) ad un titolo come “Domestic Stories” di Chris Cutler e Lutz Glandien]. E che dire poi della passione e del rispetto che porta alla voce umana ed alle culture popolari... tutti elementi che (uniti ad altri che andrete a scoprire da voi) ne fanno un esempio illuminante di quello che è probabilmente l`aspetto più interessante del fare musica in questi primi anni del terzo millennio, cioè il fatto che la sperimentazione musicale esce dalle accademie e dai circuiti `artistici` per diventare faccenda popolare... vi par poco? Buona lettura e, soprattutto, buoni ascolti.


Titubanda, Taxonomy, attività come solista e anche altri progetti... ti riesce bene seguire tutti questi impegni tenendo conto che hai anche un lavoro che ti tiene occupato per buona parte della giornata?
Cerco di organizzarmi il più possibile, di mantenere delle distanze temporali tra un progetto e l'altro ed infine mi impongo delle scalette settimanali che cerco di seguire rigorosamente.
Tutto ciò mi riesce abbastanza e qualche volta tale rigore viene infranto per dedicarmi a frequentazioni umane (socializzare) ed anche ad altri interessi culturali e politici . Qualche volta vado in affanno e mi prendo dei momenti di puro ozio mentale.

La tua predisposizione ad attraversare i generi musicali ed a collaborare con musicisti attivi in ambiti diversi è piuttosto singolare e a colpo d`occhio la ritrovo soltanto in Jacopo Andreini, con il quale hai anche condiviso qualche esperienza.... Avete mai pensato ad un vostro progetto a due?
Mi piacerebbe fare un duo con Jacopo, è un musicista molto aperto ed un valido polistrumentista. Apprezzo molto i suoi lavori e poi è anche una persona molto piacevole da frequentare.
Ultimamente per me l'aspetto umano di un musicista è talmente importante che spesso mi da la spinta finale per propiziare o accettare collaborazioni.

Ma così facendo non rischi di trovarti quasi sempre da solo?
Dal numero di collaborazioni che ho in questo periodo e da quelle che potrebbero partire in futuro, questo rischio non c'è.

Sei appena rientrato dopo un giro di concerti negli Stati Uniti insieme alla Titubanda; in quali contesti vi siete esibiti?
La Titubanda è stata invitata a Sommerville (Boston) all'Honk Festival, una manifestazione di bande attiviste che è giunta alla terza edizione e che ha visto la partecipazione di 25 bande provenienti da USA e Canada (la Titubanda era l'unica banda europea).Chris_Cutler_&_Amy_Denio E` un festival che si svolge soprattutto nelle strade di questo sobborgo di Boston, che ha avuto anche un simposio su temi come `Musica e Politica` tenuto da Frank London (Klezmatic) e Amy Denio (Tone Dogs, Tiptons...). Dopodichè il tour è continuato a Providence e New york, grazie ai nostri gemellini americani dell'Hungry Marching Band, che ci han permesso di suonare sia in contesti di parate, insieme ad altre bande e artisti di strada, contro il Columbus Day (che si festeggiava durante quei giorni), ma anche in locali. A New York abbiamo suonato anche davanti alla sede di Wall Street per una manifestazione contro il crack finanziario, trovando inaspettatamente slogan come `Socialism save Capitalism` (commento sarcastico sull'intervento di svariati miliardi di dollari dello Stato per salvare le banche). Abbiamo trovato molto calore e apprezzamento intorno alla nostra proposta musicale fatta di sonorità balcaniche, egiziane, sudamericane, rock (Dead Kennedy e King Crimson), jazzistiche, avant-jazz (Sun Ra, Art Ensemble of Chicago, Dudu Pukwana, L.Moholo) e la richiestissima (oltre Bella ciao!!) Amara Terra Mia di Modugno. Non c'era molta gente però c'era molto calore e partecipazione.
A New York il sottoscritto ha avuto una piccola deviazione suonando con l'elettronica, in un locale chiamato `Listen Space`, con Amy Denio, Andrea La Rose e Tom Swafford.

Come hai trovato l`America? Quali le impressioni alla vigilia di una tornata elettorale così importante e significativa? Pensi che Obama può davvero farcela?
Abbiamo frequentato città come Boston e New York che sono roccaforti del Partito Democratico, schieratissime con Obama, per avere una sensazione più vicina alla realtà si dovevano frequentare altre città o stati.
Obama_McCain_&_Nader Posso solo riportare alcune curiosità : abbiamo suonato dopo il penultimo faccia a faccia tra Mc Cain e Obama e quindi abbiamo assistito a questo evento in un pub (!!!) e la gente rideva quando Mc Cain rispondeva.
Il giorno dopo i giornali riportavano un giudizio politico sul faccia a faccia: Obama is cool (cool è un giudizio politico??).
Un`altra curiosità : la suonata per Wall Street, che ho raccontato precedentemente, era organizzata da Ralph Nader, il terzo candidato, che è l'unico che si è schierato contro il salvataggio delle banche, mentre su questo sia democratici sia repubblicani hanno avuto la stessa posizione.
Un altro aspetto che mi ha colpito: girando tra New York e Boston abbiamo notato un patriottismo esasperato, la bandiera americana è continuamente esposta nella metro e nei locali pubblici ma anche nei giardini delle case private.
Infine, quel che si dice riguardo al fatto che gli USA consumano il 25% delle risorse mondiali, lo si percepisce veramente a New York: tutto esageratamente grande e dedito allo spreco e al consumismo.

E il ritorno nella bell`Italia dopo questa breve parentesi che effetto ti ha fatto?
Non mi è mancata molto l'Italia.
Attualmente questo paese mi delude continuamente, non riesce ad uscire da una tragica staticità culturale e politica.
É il momento di mettersi in discussione e di uscire fuori da tutti quei compromessi che impediscono di creare nuovi fermenti politici e culturali.
Ma soprattutto uscire dalla logica dell'impegno solo per ritorni personali.

Vedo che ho toccato un tasto dolente e allora affondo la lama nella piaga... Roma oggi, che ritratto ne fai?
L'elezione di Alemanno conferma quel che penso dell'Italia, un paese senza memoria storica, che non ha mai fatto i conti con il proprio passato, quello del ventennio fascista, o che non ha mai voluto farlo.
Attualmente Roma ancora non risente della politica del nuovo sindaco, si dovranno attendere i primi mesi del 2009 perchè ad oggi sta gestendo ancora tutte le attività politiche e culturali ricevute in eredità dalla precedente giunta capitolina.
Per il momento il nuovo sindaco sta solo cercando di far legittimare la cultura fascista con una serie di dichiarazioni (la strada dedicata ad Almirante, il fascismo buono...).

Torniamo un attimo sulla Titubanda (www.titubanda.it/it), probabilmente l`impegno più duraturo nella tua attività di musicista, dacci qualche ragguaglio in più... quando e come si è formata, sei dentro fin dall`inizio, è prevista anche qualche pubblicazione discografica?
La Titubanda è nata nel 1998, quindi 10 anni fa.
E` un laboratorio aperto, senza nessun direttore fisso, le composizioni e le partiture vengono proposte e dirette dalle singole persone appartenenti a questo collettivo.
In questo laboratorio convivono persone di tutte le età , musicisti principianti e musicisti tecnicamente validi, e spesso possiamo trovare anche musicisti di diversa nazionalità (grazie all'erasmus).
Una delle caratteristiche della Titubanda è l'impegno sociale e politico, grazie a questa dedizione ci siamo ritrovati a suonare per solidarietà nei CPT, nei campi nomadi, nelle carceri, nelle manifestazioni e in moltissime iniziative di solidarietà in Italia e all'estero.
Ci piace sottolineare che per noi suonare spontaneamente nelle periferie e nel centro di Roma, è un aspetto politico perchè si occupano spazi privi di spontanea aggregazione sociale, che erano presenti decenni fa nei quartieri romani.
L'esperienza Titubanda è molto importante per il mio vivere musicale perchè mi permette di affrontare la musica aldilà dei rigidi confini del classico percorso musicale CD-festival-concerti-promozione-recensioni. Spesso ci si dimentica che la musica è anche un modo spensierato di stare insieme e socializzare.
Abbiamo pubblicato solo dei CD-r che vendiamo copiosamente durante i nostri concerti, l'ultimo è "The Grinder" fatto appositamente per il tour americano.

La tua risposta mi suggerisce una domanda (che comunque ti avrei fatto più avanti)... Tu hai diffuso la tua musica anche su supporti CD-r o in mp3, sistemi che hanno ricevuto numerose critiche per la loro bassa qualità . Come vedi oggi la questione? Se dovessi scommettere su uno di questi tre sistemi come canale prioritario per diffondere la musica nel futuro - via rete, tramite supporto fisico o tramite concerto - su quale punteresti?
Il concerto rimane il canale prioritario per diffondere la musica perchè la presenza del pubblico crea stimoli e responsabilità .
I vari supporti da te citati hanno giovato alla diffusione della musica.
Non hanno giovato alla qualità della musica perchè essendo molto economici hanno deresponsabilizzato i musicisti, che hanno pubblicato e pubblicano senza spendere molto tempo nel riflettere sulla qualità della musica che stavano/stanno pubblicando via mp3 o CD-r.
Il futuro della diffusione della musica ? Ora con la banda larga si possono scaricare tranquillamente file di 700/800 Mb che sono quelli necessari per contenere un lavoro di un musicista in formato audio (.wav), quindi il formato da CD audio: è un aspetto da considerare.
Forse dovremmo cominciare a chiederci: qual è il supporto più ecologicamente sostenibile? Non dimentichiamoci che anche il trasporto dei CD spediti da una nazione ad un altra, contribuisce all'incremento del C02 (effetto serra).
E i concerti? Anche questi contribuiscono all'effetto serra, sia con i trasporti ma anche con l'utilizzo di apparati elettronici (amplificazione).
Ho fatto un concerto via `skype` con Amy Denio e tutti queste domande sono ormai nel mio cervello e spero di darmi una risposta prima o poi!!!

Ma tutto questo riguarda un po` il trasporto e la produzione di tutte le merci... o pensi che è possibile disancorare la musica dal resto?
Sicuramente riguarda tutta la produzione di tutte le merci però la musica può essere digitalizzata (e molte merci no) e quindi può facilmente dare un suo contributo per la riduzione delle emissione di co2.
La musica e tutto quello che gira intorno ad essa ha la sua percentuale di complicità con tutto quello che sta affliggendo il nostro pianeta: ecologia, diritti umani, sfruttamento, guerre.....

Quindi tu credi che la valutazione critica di un concerto o di un qualsiasi prodotto musicale (e artistico-culturale in generale...) non dovrebbe essere fatta senza tener conto dell`impatto ambientale e sociale determinati da quello stesso evento o dalla preparazione-confezione di quel prodotto?
Se un prodotto musicale o un concerto fa uso di prodotti, sostanze, tutte biologiche, ecologiche, riciclate non inquinanti e poi la qualità del concerto o del prodotto musicale non è soddisfacente, la valutazione critica non dovrebbe cambiare!
Verso gli anni 70/80 alcuni musicisti incominciavano a porsi la questione dell'autoproduzione come passo necessario per l'indipendenza culturale, artistica e politica. Allora questo era un ulteriore punto qualificante da aggiungere oltre la qualità musicale. E faceva parte delle nostre attenzioni (allora per me lo era come ascoltatore). Io dico solo che oggi dovremmo aggiungere anche questa attenzione perchè ormai siamo sempre più vicini alla catastrofe ecologica.

Scusa se insisto su questo punto, ma coinvolge delle problematiche alle quali sto cercando io stesso una risposta.... Chiaramente se un prodotto artistico non è valido il problema non si pone... ma prendi un disco veramente eccezionale (e ti faccio un esempio estremo) che però è stato confezionato con materiali la cui produzione è nociva per l`ambiente e per chi li lavora, e inoltre sai che è stato pubblicato da un marchio che sostiene politiche antiecologiche e/o di guerra, quale deve essere l`atteggiamento del `critico` e dell`ascoltatore sensibili a tali problematiche... e quanto l`artista può essere ritenuto responsabile?
"Gomorra"di Saviamo e "Ma come hai ridotto questo paese?" di Michael Moore sono editi da Mondadori e sappiamo benissimo di chi è Mondadori.
Certo che non è entusiasmante vedere queste cose perchè poi ti portano a pensare che nulla si può cambiare...
Io penso che ormai dobbiamo esser più attenti a certe scelte se si vuole essere più credibili e cercare nei gesti quotidiani quelle scelte che danno un apporto continuo al cambiamento della realtà .
Un certa coerenza nelle scelte crea un senso di fiducia nella possibilità di cambiare qualcosa.

Hai presente “Jungle Fever” di Spike Lee... la scena in cui il gruppo dei ragazzi bianchi e razzisti ascolta i Public Enemy in auto sostenendo che quelli sono davvero tosti... Fega_&_A_SpiraleNon pensi che l`approccio alla musica che si va creando (i-pod, scarico da internet, masterizzazioni selvagge, my space... con i giovanissimi che ascoltano valanghe di musica con una estrema superficialità , senza neppure sapere chi l`ha fatta, solo perchè l`hanno sentita magari in qualche spot pubblicitario...) sta portando ad un imbarbarimento culturale che viaggia in parallelo con l`imbarbarimento generale della società ... O si tratta invece del risultato finale di quella `spersonalizzazione della musica` di cui molti artisti vanno parlando da anni?
Il discorso non è facile, perchè secondo me i motivi dell'imbarbarimento sono diversi a seconda del tipo di fruitore di musica.
Quelli che approcciano alla musica solo perchè hanno ascoltato un brano in uno spot pubblicitario soffrono, purtroppo per loro, l'assenza di operatori culturali (scuola, mass-media, promoter) oppure dipendono da operatori culturali di bassa qualità .
Mentre le nuove generazioni di fruitori più `esigenti` purtroppo hanno un approccio verso la musica dove tendono a non collocarla storicamente, hanno una curiosità selvaggia che però non porta ad un interesse reale ma bensì ad una poca crescita del proprio gusto musicale.
Come si è arrivati a questo approccio? Probabilmente adesso la cultura musicale non è più al primo posto degli interessi di una persona, non abbiamo quasi più un approccio `non vedo l'ora che esce Il CD di quel musicista (o gruppo) che me lo voglio ascoltare a casa, seduto in poltrona, con il mio impianto hi-fi` (quanti hanno un impianto hi-fi?).
Scarsa attenzione? Troppi stimoli musicali? Altre discipline artistiche che rubano il tempo da dedicare alla musica? Viaggi low-cost?
Diciamo che ci sono molti, troppi aspetti che stanno portando a questo declino qualitativo della musica o comunque della cultura, però è ora di vedere anche alcune cause interne di questa `spersonalizzazione della musica`.

Sono d`accordo che l`approccio alla cultura sta cambiando (probabilmente sta cambiando il concetto stesso di cultura) ed è un fatto assodato che i negozi di dischi, le librerie, le sale cinematografiche e quant`altro sono in crisi... a volte mi sento come coloro che davano fuoco alle prime fabbriche (cioè sono consapevole di lottare contro i mulini a vento) però in una società i cui aspetti culturali sono rappresentati da un telefonino proprio non mi ci trovo... Tu ti senti a tuo agio in questo futuro?
Possiamo ormai parlare di presente.
L'aspetto che mi crea più disagio è vedere come l'umanità non mette più in discussione questo modello sociale ma ci convive.
Purtroppo siamo arrivati al punto tale che se non si `decresce`, anche la convivenza è una forma di complicità .

D`accordo... però continuo a trovare molte contraddizioni. Quasi tutti i musicisti che si dichiarano politicamente impegnati poi li trovi su MySpace... Secondo Cambuzat de L`Enfance Rouge il proprietario di MySpace è (sue testuali parole) «...quell`assassino di estrema destra chiamato Rupert Murdoch...» e, di conseguenza, si tratterebbe di una cosa da boicottare... che mi dici in proposito?
Una precisazione: io non sto esternando il decalogo del bravo musicista politicamente impegnato, sono solo delle riflessioni, delle domande che mi sto ponendo in questi ultimi mesi.
Certe volte è difficile dare delle risposte e quindi agire di conseguenza, ma altre volte invece lo sforzo è minimo per contribuire a delle giuste cause.
Riguardo alle contraddizioni dei musicisti impegnati, come il boicottare MySpace, se uno dichiara il boicottaggio dovrebbe poi attuarlo. Forse si intende mantenere l'utenza di MySpace come manifesto politico per la diffusione del boicottaggio. Comunque se non sbaglio L`Enfance Rouge ora usano l'alternativo Virb.com.
Vorrei sottolineare che è molto meglio mettersi in discussione, che essere passivi e pensare di essere al di fuori di certi meccanismi.

Non voglio affatto inquadrare te o altri nella (s)comoda scatola dei musicisti politicamente impegnati... anche perchè sono convinto che in passato tale razza ha fatto più danni che altro, volevo solo sottolineare (e questo non vale solo per i musicisti) come una serie di piccole azioni finiscono per essere semplici testimonianze personali che non incidono minimamente sulle questioni nevralgiche che riguardano il pianeta. Ognuno di noi compie un`azione che mette in discussione lo stato di cose presente (personalmente posso dirti che non ho la TV) e, contemporaneamente, rafforza il potere in mille altri modi... e nel frattempo i burattinai sembrano fortificarsi fregandosene di questi focolai isolati e/o personali... non sarebbe auspicabile che questi rivoli di resistenza confluissero su alcuni obiettivi comuni in modo da far sentire effettivamente la propria voce?
Concordo con te.
Manca ad oggi la voglia di confluire su alcuni obiettivi comuni.

Hai citato gli anni in cui i musicisti iniziarono a porsi la questione dell`autoproduzione, ed oggi nel settore sono stati fatti sicuramente passi da gigante. Alcuni marchi sono ormai delle piccole industrie mentre altri rimangono fedeli ai più puri principi del `fai da te` artigianale... Pensi che (internet aiutando) ci possano essere ulteriori sviluppi ed il settore possa diventare veramente concorrenziale nei confronti delle grandi multinazionali o pensi che abbia raggiunto il suo massimo grado di sviluppo e sia destinato a restare un fenomeno comunque di nicchia?
Penso che sia destinato ad essere un fenomeno di nicchia, nonostante che internet e la tecnologia (per i suoi bassi costi) siano di grande aiuto.
Il problema è che ormai non c'è molto pubblico, come acquirenti e come spettatori.
Inoltre attualmente sono poche le persone che hanno un approccio culturale e di ascolto impegnato verso la musica. Quindi ad una maggior proliferazione di etichette autoprodotte e di autoproduzione si sta rispondendo con un decremento dei fruitori e della fruizione.

Alcune etichette indipendenti stanno mettendo in atto una politica piuttosto particolare: loro si occupano della promozione mentre il musicista deve pagare (in parte od in toto) i costi di realizzazione del CD (che oggi rappresentano comunque una cifra contenuta). Questo coinvolgimento economico diretto può far sì che i musicisti decidano di produrre solo quei dischi in cui credono veramente?
Non avevo mai pensato a questo aspetto.
Ora che ci penso, con questa modalità il musicista dovrebbe esser più coinvolto e quindi più propenso a ponderare realmente la necessità di pubblicare un CD. Dovrebbe.

Marino Malagnino, uno dei musicisti italiani oggi più attivi nell`autoproduzione, dice: «Quello che cerco di fare da cinque a questa parte e quello di trovare un linguaggio, che sia una finestra tra le mura domestiche, in quanto in questo mondo, che alcuni chiamano globalizzato ma in realtà è colonizzato, è indispensabile creare un linguaggio che sia vero dell`ambiente, se ascolto della musica cinese che suona come la musica americana o della musica africana che suona come quella portoghese capisco che c`è qualcosa che non quadra... bisogna lavorare su un linguaggio che sia vero dell`ambiente, ma ciò non significa che io sia nazionalista. La pizzica ad esempio qui, in Puglia, è nata perchè c`avevano il manico della zappa che poggiavano a terra e ci hanno fatto il ritmo; perchè dovrei suonare una musica con una schitarrata? a cosa lo rapporto? E` importante il collegamento con l`architettura, con lo spazio-tempo, la comunicazione, se arrivo in un posto e mi trovo dei messicani che suonano la samba, io mi chiedo che c`è qualcosa che non va, c`è qualcosa che non va se un gruppo di pizzica tradizionale suona con basso e batteria. Bisogna eliminare per creare, seguire il concetto del vuoto, tornare ad immaginare». Cosa ne pensi e, soprattutto, credi che tali concetti possano aver in qualche modo a che fare con quello che dicevi tu a proposito di una musica che tenga conto delle varie problematiche riguardanti sia la salvaguardia e il futuro del pianeta sia una vita più dignitosa per tutti coloro che lo abitano?
Il discorso si fa complicato.
La globalizzazione porta ad un appiattimento culturale e all'annullamento delle culture locali.
Però c'è anche un discorso legato alla contaminazione, che ha sempre fatto parte della storia dell'umanità , nonostante che ci vogliano far creder diversamente.
Il mondo è sempre stato molto contaminato (culturalmente) e parlar oggi di tradizioni culturali non ha senso o forse non ha mai avuto senso perchè la tradizione è un invenzione (“L'invenzione della tradizione” di E.J.Hobsbawn - T.Ranger) fatta dal potere che nel corso della storia l`ha usata per dividere, creare il concetto di patria, di appartenenza.
Difendere le diversità è ovviamente importante, perchè crea ricchezza culturale, ma dobbiamo essere aperti all'inevitabile contaminazione. L'importante è che ci sia un percorso onesto e di consapevolezza della materia che stiamo trattando.
Purtroppo i risultati più macroscopici sono quelli dell'occidentalizzazione delle culture locali o della decontestualizzazione delle tradizioni: per esempio il fenomeno della pizzica che, portata fuori dal suo contesto storico legato alle lotte agrarie, è stata eccessivamente usata come attrattiva turistica, anche da parte di giunte di destra.
Questo momento storico è delicato e dobbiamo avere una visione a 360 gradi di quel che ci circonda se vogliamo esser meno complici dell'attuale momento nero dell'umanità .

Un`altra questione che continua ad essere all`ordine del giorno è quella dei diritti d`autore e di copia... Tu sei iscritto alla SIAE?
Sì, sono iscritto alla SIAE. Ma sto pensando seriamente di abbandonarla e passare alla Creative Commons.

Scusa, non voglio farti i conti in tasca ma la cosa mi interessa molto e credo interessi molto anche ai nostri lettori... Qual è il ritorno economico che un musicista del tuo tipo ha da parte della SIAE?
Copro le spese della tassa annuale, 90 euro all'anno!

E comunque il passaggio a Creative Commons ti permette solo un copyright più flessibile per i tuoi materiali ma non ti libera dalle grinfie della SIAE che continua a taglieggiare sulle vendite tramite i bollini, sui concerti tramite le percentuali sugli incassi e sulla diffusione della musica in generale tramite vari oboli..... e non uno di questi Euro viene reinvestito in ambito musicale (strutture e manifestazioni) ma in buona parte finisce nelle tasche di agenti locali che non sanno neppure da che parte sta la musica... mi sembra una situazione perlomeno anomala!
Devo informarmi meglio sulle possibilità della Creative Commons.
Dovrebbe aver fatto molti passi in avanti. Comunque resta il fatto di provare a cercare delle alternative alla SIAE.

Ho avuto delle notizie che non sono riuscito a verificare, da una parte la SIAE sarebbe diventata una società a partecipazione statale e dall`altra sembra sia nata una società concorrente per quanto riguarda la tutela dei diritti d`autore... Ne sai niente? E, qualora così fosse, cosa ne pensi?
Non so nulla di questa rottura del monopolio della SIAE.

Ma la nascita di una (o più) società concorrenti potrebbe rivelarsi positiva per gli utenti (oggi li chiamano così) o pensi che si risolverebbe in una truffa ancor più generalizzata (non mi sto riferendo a strutture che mettono in discussione principi ormai obsoleti, come fa Creative Commons, ma a società impostate più o meno come la SIAE)?
Certamente la nascita di più società che tutelano i diritti di autore non può far altro che bene.
Anche se la tutela dei diritti d`autore è un applicazione che ha senso solo per la musica delle major.

Nel frattempo Obama ha vinto la corsa alla Casa Bianca. Nella tua risposta alla domanda sulle presidenziali in USA m`è sembrato di cogliere un certo scetticismo riguardo alla figura di Obama. Ma non pensi che la sua elezione possa essere comunque un fatto destabilizzante in grado di dare speranza e far muovere quelli che si sentono perennemente sconfitti e non credono ad un cambiamento... una specie di boomerang, come a suo tempo lo fu Gorbačëv, in grado di mettere in moto tutta una serie di meccanismi ben oltre la sua volontà ?
Lo scetticismo intorno alla figura di Obama è giustificato perchè comunque è frutto dell'establishment americano, con tanto di finanziamenti di lobby `poco incoraggianti` e circondato da consiglieri che in passato hanno agito in maniera devastante.
Questi sono i fatti e il biglietto da visita di Obama.
Le letture storiche sono ben altro rispetto a la storia `altra e plasmata` che ci viene propinata.
Però anch`io, come dici tu, spero tanto che Obama possa invece incominciare ad esser `vittima` del suo stesso pensiero e dell'entusiasmo di chi lo ha votato, da portarlo ad essere un uomo di reale o sostanziale cambiamento.
Ci sono casi nella storia di personaggi simili, come appunto Chavez, oppure la rivoluzione dei garofani in Portogallo fatta da militari (!), che fanno intravedere come comunque la storia non è scritta (preferirei dire `il futuro non è scritto` di Joe Strummer .......).

Dato che citi Joe Strummer voglio chiederti dei tuoi rapporti con la musica rock.... Nella tua scheda su Sinewaves sta scritto appunto che hai iniziato suonando in un gruppo rock, cosa facevate?
Il gruppo si chiamava Dura Figura ed era un quartetto (basso, batteria, chitarra e campionatore), c'era anche Graziano Lella (ARG e Taxonomy) al basso e al sax soprano.
TaxonomyIl sottoscritto suonava campionatore e sax tenore.
L'unica testimonianza su CD la si trova nella compilation "Sotto Il Sole Di Roma" (prodotto dal Cervello a Sonagli) con la traccia Zapot.
Era un gruppo rock con partiture molto complesse e ricercate, i punti di riferimento erano gli olandesi Blast e The Work di Tim Hodgkinson.
Ascoltando bene c'è sempre un approccio rock nei miei lavori e mi piacerebbe tornare a suonare in un gruppo rock!

Poi, se non sbaglio, ci sono state le collaborazioni con Paolo Angeli e Pasquale Innarella...
Con Pasquale abbiamo fatto un CD-r, Timbuctu, e una serie di concerti e festival. La collaborazione è nata durante una delle stagioni più effervescenti del festival Controindicazioni di Roma (del nostro grande Mario Schiano), dove il pomeriggio c'era la scena aperta per improvvisatori.
Pasquale voleva esplorare la contaminazione con sonorità elettroniche e mi propose di fare il duo.
Adoro il modo di suonare di Pasquale, perchè ha un approccio molto caloroso anche nei tratti più free ed è una dote che non si trova facilmente in giro.
Ogni volta che ci frequentiamo ci promettiamo di far rinascere questo duo.
Comunque le frequentazioni di Pasquale con il sottoscritto avvengono anche grazie alla Titubanda, ogni tanto Pasquale suona con noi e ci ha anche organizzato un concerto nel suo paese natio, Lacedonia, nell'avellinese.

E Angeli, che a quanto ne so faceva base a Bologna, come lo hai conosciuto?
Durante le riunioni periodiche del CircA (l'associazione di tutti gli organizzatori indipendenti d'Italia, tra questi Cervello a Sonagli di Roma, Centro Stabile di controcultura di Schio, Link di bologna, Ottomat ...e molte altre) frequentavo sempre di più la scena bolognese perchè allora irrompeva con molta freschezza sul panorama italiano (Laboratorio di musica Immagine, Fastilio, Tornando, Banda Roncati, Basse Sfere). Incominciai a frequentare Paolo Angeli, Stefano Zorzanello, Olivia Bignardi, Daniela Cattivelli..... In quel periodo uscì per l'etichetta bolognese Erosha "Dove dormono gli autobus" di Paolo Angeli, che apprezzai moltissimo. All'indomani di questa pubblicazione Paolo voleva fare la versione live del CD e mise in piedi il gruppo Fraili con Stefano Zorzanello (sax , flauto e basso), Daniela Cattivelli (sax), Edoardo Marraffa (sax), Pierluigi Galantino (violino), Luigi Mosso (contrabbasso e voce), Fabrizio Spera (batteria), Paolo Angeli (chitarra e voce) e il sottoscritto campionamenti e nastri. Due settimane di prove alla pro-loco di Luras e concerto d'esordio a Palau nel festival Isole che Parlano. Fu un`esperienza molto coinvolgente! (In seguito vi furono anche altri concerti).

Taxonomy, se valutato sotto certi canoni (popolarità dei musicisti coinvolti e dei dischi pubblicati...), è indubbiamente il progetto più importante che ti vede coinvolto... da chi è partita l`idea di formare questo trio?
Il trio è nato durante lo spettacolo multimediale "La Locandaccia" (improvvisazione teatro, danza, musica, canzoni, video..... mentre le gente è seduta intorno ad un tavolo a mangiare, come in una vecchia locanda). Durante le prove io ed Elio ci siamo promessi di fare delle suonate insieme. Ed io ho invitato Graziano Lella (arg) ad unirsi a noi. Durante le sedute di improvvisazione ci siamo accorti che avevamo un livello di affiatamento notevole e così siamo andati avanti fino ad oggi pubblicando 2 cd, partecipando ad alcuni festival e collaborando con dei videomaker come Citrullo International e Studio Brutus.
Un aspetto di Taxonomy che mi rende fiero è l'etichetta che ci pubblica, adoro l'attività di Ambiances Magnétiques e i musicisti che la gestiscono!

I due dischi che avete pubblicato sono abbastanza diversi da poter essere segnalati entrambi come indispensabili da acquistare... Quali le reali differenze a livello di concepimento e realizzazione?
La differenza tra i due lavori è solo nelle fonti sonore.
Nel secondo lavoro abbiamo registrato alcune sedute di improvvisazione con solo strumenti e oggetti acustici e strumenti non elettronici (clarinetto basso, basso elettrico, diamonica, chitarra elettrica, etc etc). Ma l'approccio compositivo è stato lo stesso per entrambi.

In questa occasione ti cimenti anche al clarinetto basso - mentre in altri dischi ti ho trovato impegnato anche con altri tipi di strumento a fiato - che da profano mi sembra difficilissimo da suonare... Sei autodidatta o hai frequentato qualche scuola?
Ho studiato in alcune scuole di musica di Roma (Volare, Scuola di Musica Popolare di Testaccio, Scuola di Musica di Villa Gordiani) e preso lezioni private da un maestro di sassofono e clarinetto.
Il clarinetto basso non è da considerare uno strumento tra i più difficili da suonare.
É uno strumento che ha un calore molto inebriante, e spero di suonarlo ancora di più nelle mie prossime esibizione soliste.

Molti musicisti tengono ben scissa la loro attività solista dalle loro esperienze collaborative, ho invece l`impressione che tu `trascini` la tua esperienza solista all`interno degli ensemble di cui fai parte. Puoi parlarci di questo aspetto e delle eventuali differenze di approccio?
Cerco di non stravolgere la mia identità stilistica quando lavoro con gruppi e grandi ensemble.
Sembra un atteggiamento rigido e che rende la vita facile ma invece è un approccio molto sfidante e difficile, perchè preservare la propria identità stilistica ed immettendola in un gruppo (dal duo in poi) comporta un dosaggio continuo delle proprie caratteristiche musicali e un continuo mettersi in discussione.

Cosa rappresenta Roma nella tua musica?
Quasi nulla, anche se spesso utilizzo sonorità ed estratti di film che ricordano le borgate romane, ma lo faccio più per amore della cultura popolare.

...e il cinema?
In che senso?

Beh... in più sensi, a partire dai materiali che utilizzi... ci sono poi musicisti che agiscono come farebbe un regista e costruiscono i loro pezzi per immagini o che cercano di raccontare una storia, altri che pensano alla colonna sonora per un film immaginario........
Nulla di tutto ciò, a me piace catturare suoni, parti di film, dialoghi che si incastrano con le sonorità o con la `trama` del brano che sto componendo.
E` un continuo sampling di suoni che spesso catalogo materialmente ma anche solo a livello di pura memoria.
Credo molto nella bellezza dei singoli suoni!

Alcuni improvvisatori lavorano molto intorno alla sonorizzazione in tempo reale di vecchi film muti o desonorizzati... tu non sei interessato a questo aspetto del fare musica?
Con Taxonomy abbiamo una collaborazione con i videomaker Studio Brutus (www.studiobrutus.com) e Citrullo International ("Chatzer: volti e storie di ebrei a Venezia" di Carlo Hintermann; "Rosy-Fingered Dawn", un film su Terrence Malick di Luciano Barcaroli, Carlo Hintermann, Gerardo Panichi, Daniele Villa), dove improvvisiamo su immagini fatte di animazione. Il lavoro si chiama "H2O" (un estratto è sul mio myspace).
Personalemte ho musicato il mediometraggio "Arzak" di Moebius e sto musicando "Alice" di Jan Å vankmajer, insieme al violoncello di Matteo Bennici (Squarcicatrici, Lubuaku, Motociclica Tellacci).
L'approccio per queste musicazioni non è di totale improvvisazione ma bensì tende ad avere delle strutture già preparate per improvvisarci sopra, per rendere il tutto come una colonna sonora composta sul momento.

Comunque, non so se ci hai mai fatto caso, alcuni tuoi dischi hanno un titolo molto `filmico`...
No, non ho mai fatto caso a questo aspetto.
Forse sono molto influenzato dal cinema, senza esserne cosciente.

Quindi il passaggio da un titolo come “Metafonie”, che fa pensare molto alla musica contemporanea, a titoli più `popolari` e `cinematografici` come “Agosto romano”, “Fave quotidiane” e “Un geco nella mia casa” è stato, presuppongo, assolutamente casuale e non studiato?
Il passaggio da atmosfere legate alla musica contemporanea a paesaggi sonori più intrisi di quotidianità , e quindi di aspetti popolari (e i titoli dei lavori riflettono questo passaggio), è dovuto all'esigenza di esplorare nuove miscele sonore, di sentire nei miei lavori qualcosa di diverso e di introdurre più calore, musicale e di contenuto. Cercare di indurre l'ascoltatore a ricordarsi, in maniera quasi indelebile, dell'atmosfera creata dalla musica dei miei lavori.
Ho molti ingredienti per poter creare queste atmosfere, e spesso un certo tipo di musica di questi ultimi anni ha ridotto un po` troppo l'utilizzo di questa varietà di ingredienti.

Titoli come “Agosto romano” e “Fave quotidiane” mi sono piuttosto chiari mentre “Un geco nella mia casa” mi è in parte oscuro... davvero avevi un geco in casa o quel titolo nasconde qualcos`altro?
Ho davvero un geco in casa. Si fa vivo l'estate ed è quello che ho riportato nella copertina del CD, fatta velocemente... era inserito il flash ed è uscito fuori l'effetto raggi X. Mi piaceva l'idea dell'intruso dentro casa, di un qualcuno che osservava le mie creazioni musicali, di uno spettatore inatteso.

Uno dei miei brani preferiti del disco (Insurgente) mi ha ricordato, per impostazione, una cosa che Paolo Angeli aveva fatto su “Dove dormono gli autobus” (Rivelazioni da un fossile, dove Angeli musicava la predica del vecchio prete)... in un primo momento ho creduto che si trattasse di una cosa casuale, ma poi ho ripreso in mano quel disco e ho messo gli occhi anche sul titolo di un altro brano (Titubando), e allora ho pensato che da parte tua forse c`era davvero intenzione... che per te quel disco rappresenta una specie di `miniera`....
E` molto casuale. Oppure sono influenzato e non me ne accorgo.
D'altronde l'aver partecipato alla realizzazione della versione live del CD "Dove dormono gli autobus", 2 settimane di prove nella pro-loco di Luras (vicino ad Arachena) ed esordio alla prima edizione del festival "Isole che parlano" a Palau!! (il festival dei fratelli Angeli.....un festival che io adoro), ha creato una sedimentazione sulla mia corteccia cerebrale che ancor oggi influenza il mio gusto musicale.

Come nascono i tuoi brani? Segui degli schemi consolidati od ognuno fa storia a se?
La base delle mie composizioni sono i singoli suoni.
Una volta creato un suono, che di per se deve essere già in grado di affascinarmi, incomincio a fare un lavoro di stratificazione.
Dopodichè si comincia a strutturare la composizione fino ad arrivare al punto di percepire delle sensazioni che verranno instradate in un precisa direzione concettuale.
Un aspetto importante è che compongo 4..5 pezzi contemporanemente, questo mi permette di poter dirottare un suono o una idea sonora che era partita per quel determinato pezzo e che invece si adatta meglio per un altro pezzo. Riciclaggio sonoro!!
Roberto_Fega_&_A_Spirale
I titoli dei brani fanno spesso riferimento ad elementi o situazioni concrete... come funziona: sono queste situazioni che ti colpiscono e decidi di costruirci intorno una struttura musicale o viceversa quando hai quest`ultima vai a cercare il titolo che più gli s`adatta?
Parto sempre da un suono. Quando incomincio a strutturare la composizione, cerco anche l'elemento relativo alla situazione concreta che diventerà parte integrante della composizione.

Programmi per il futuro e collaborazioni a venire....
Attualmente sto cominciando a lavorare sul mio nuovo possibile CD, che sarà concepito per essere suonato dal vivo, con strumentazione acustica (e ovviamente il sottoscritto all'elettronica).
La PangolinOrchestrà sta manifestando segnali per nuove composizioni e concerti.
In questi giorni sto mettendo in piedi anche un trio con Pasquale Innarella e Roberto Bellatalla.
Per Aprile, insieme a Matteo Bennici, dovremmo musicare dal vivo "Alice" di Jan Å vankmajer.
Nel 2009 dovrei consolidare la collaborazione con i napoletani A Spirale e, infine, sto preparando un solo che vorrei portare in giro in Italia e anche all'estero.

A proposito di PangolinOrchestrà , dove tra gli altri c`è dentro anche quell`incredibile personaggio che è Gi Gasparin... tu ci hai collaborato anche in altre situazioni e quindi lo conosci piuttosto bene, cosa puoi dirci su di lui?
Gi Gasparin ha una approccio molto viscerale, senza nessuna mediazione, con la musica.
PangolinOrchestrà Molti musicisti italiani, provenienti da musiche eterodosse o innovative, spesso ripropongono estetiche standardizzate, che portano anche ad esternare una scarsa personalità : in lui questo non esiste.
Ad un approccio innovativo aggiunge una sua personalità che non strizza l'occhio a quel formalismo un po` troppo presente nelle musiche innovative.
Mi piace molto anche la presenza della cultura popolare delle sue zone (Veneto) nel contesto delle sue esternazioni musicali.

Udito, vista, olfatto, gusto, tatto, intelletto, fantasia.... Quali pensi che siano gli organi del senso più importanti?
La fantasia!!
E` il sale della vita. Spesso viene abbandonata durante il cammino di una persona, si diventa abitudinari e ripetitivi.
La fantasia ci permette sempre di metterci in discussione e se ciò vale nella vita, nella musica lo è ancora di più.
E poi la vista, sono incredibili le sensazioni che derivano dall`osservazione di un paesaggio incantevole...la musica, e quindi l`udito, può anche essere fastidiosa.

Sicuramente avrai una lista di visioni, letture e ascolti da podio... ce li puoi segnalare?
Letture:
”L'Occidente e gli Altri” di Sophie Bessis (Edizioni Gruppo Abele)
”Italiani, brava gente?” di Del Boca Angelo (Neri Pozza collana I Colibrì)
”L'invenzione della tradizione” curato da Hobsbawm E. J. Ranger (Einaudi)
Tutti i libri di Haruki Murakami
Visioni:
”Babel” di Alejandro Gonzalez Inarritu
Tutti i film di Hayao Miyazaki
Tutti i film di Aki Kaurismäki
”Respiro” di Emanuele Crialese
”Il futuro non è scritto - Joe Strummer” di Julian Temple
Ascolti:
”Rock Bottom” di Robert Wyatt (ma anche tutti gli altri...)
”Préludes à la vie'” di Michel Chion
Tutti i dischi di Saban Bajramovic
”Medulla” di Björk
”Desire” dei Tuxedomoon
”Domestic Stories” di L. Glandien
“Ixesha” della Dedication Orchestra
”Bile Inferno” di Iva Bittová & Vladimir Vaclavek
“Shadow / Landscape With Argonauts” di Heiner Goebbels
The Ex & Getatchew Mekuria

E dopo il culturale, al fine di una sana conclusione da gaudenti, il ricreativo.... Se dovessi trovarmi a mangiare in una di quelle classiche trattorie romane, come spero se ne trovino ancora, quali piatti mi consiglieresti di scegliere?
Eh!eh! E` la domanda più difficile dell'intervista!!! ....posso azzardare un:
filetto di merluzzo fritto
pasta fresca con animelle e carciofi
per secondo coratella e carciofi!
puntarelle per contorno puntarelle (verdura tipicamente romana) con pasta d'acciughe, aglio, capperi e olio.
Per finire: romanella e ciambelline al vino!


Discografia:

Solista
● "Tutto d'un fiato" (CD-R autoprodotto, musica per performance di danza)
● "Metallurgie" (CD-R autoprodotto)
● "Timbuctu" (CD-R autoprodotto, duo con Pasquale Innarella)
● "Metafonie" (Aleatory Productions - Silenzio distribuzione)
● "Agosto Romano" (sinewaves`s mp3)
● "Fave quotidiane" (ctrlaltcanc's mp3)
● "Un geco nella mia casa" (Creative Sources)
● Partecipa nelle ultime 3 edizioni all'Orquestra del Caos sonoscop.net/sonoscop/index.html, festival catalano che commissiona dei pezzi tematici

con Taxonomy
● “A Global Taxonomical Machine” (Ambiances Magnétiques - Dame distributions)
● “Ten Taxonomical Movements” (Ambiances Magnétiques - Dame distributions)

Con Taxonomy, Citrullo International e Studio Brutus
● "H2O" (video animazione)

Con Solar Lodge
● “Spells of challenge” (Compagnia Nuove Indye)

con Solar Orchestra
● “We are what we play” (Compagnia Nuove Indye)

● AA.VV. "Sotto il cielo di Roma" con "I banditi del tempo" (compilation gruppi romani curata dal Cervello a Sonagli)

● AA.VV. "Cosmonaute" con il brano "Teso" (compilation of Anorack records)

● Roberto Fega - Burkhard beins - Fabrizio Spera - Punck: impro ensemble 05-01-2006 in Scatole Sonore for netlabel Adriano Zanni (Punck) ctrlaltcanc's mp3

● Taxonomy + Polvere, CD-R impro ensemble 13-12-2006 in Scatole Sonore

● con Dura Figura: “Zapot” (compilation “Sotto il sole di Roma” Cervello a Sonagli, Silenzio distributions)

● con Fraili: “Isole che parlano” (Erosha)

● con Pangolino Orchestra "Esperimento n.5” (Stellanera www.anarca-bolo.ch/stella_nera/catalogo.htm)



ANGOLI MUSICALI 2016  
  Torna al Menù Principale
 Archivio dell'anno 2012 ...

duemilanove (anno 97 d. C.)  

Thomas Bonvalet (intervista)  

absinth records  

Vincenzo Ramaglia (intervista)  

roberto fega (intervista)  

Nicola Guazzaloca (intervista)  

Metazen (intervista)  

ANGELICA 2011 - FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA