toshiya tsunoda    di e. g. (no ©)





La premessa iniziale a proposito delle registrazioni d'ambiente, all'apparenza marginale, serve ad introdurre il musicista di cui mi intendo occupare in questo articolo, perchè se c`è oggi un musicista imprescindibile nel settore delle `registrazioni d`ambiente` questo è proprio Toshiya Tsunoda.

Se ormai è da lungo tempo che le `registrazioni d`ambiente` sono una delle varie componenti utilizzabili nella scrittura sonora su supporto, è innegabile che negli ultimi anni le stesse hanno conseguito una posizione di primo piano non solo per chi le utilizza come materia prima o come elemento accessorio nel fare musica, ma pure per chi ne nega la validità `artistica` ed `espressiva`. Abbiamo già trattato l`argomento nell`articolo “reportage sonoro” e, in quell`occasione, abbiamo cercato di dimostrare come una `registrazione d`ambiente` necessiti di una tecnica, nè più nè meno di quella che serve nel suonare uno strumento, di una ricerca e di una particolare sensibilità , e abbiamo cercato di dimostrare come il raggiungimento di un risultato valido preveda una fase preparatoria, che possiamo chiamare anche compositiva, una fase realizzativa ed una fase produttiva. L`affermazione `un temporale è un temporale` è unicamente espressione di grettezza uditiva, anche perchè ad essa è facile rispondere `una chitarra è una chitarra`, `un organo è un organo` ed `una voce umana è una voce umana`. Superato però questo primo livello di elementare denigrazione, ci troviamo egualmente di fronte a chi rifiuta il concetto delle `registrazioni d`ambiente`, come forma di espressione sonora, con motivazioni più articolate, che possono essere le più varie e le più valide possibili. Eppure è lampante come le `registrazioni d`ambiente` vadano oggi ad influire anche su coloro che fanno musica utilizzando soltanto le classiche strumentazioni acustiche, elettriche ed elettroniche e negano loro ogni validità artistica. Se inizialmente nell'effettuare una `registrazione d`ambiente` si tendeva a ricreare una situazione di studio, oggi le cose sembrano essersi invertite e non sono poche le registrazioni di studio in cui si cerca di riprodurre il mood di una `registrazione d`ambiente`. In un periodo storico in cui molti musicisti, soprattutto nel settore della produzione indipendente, sono anche tecnici del suono, o meglio ancora `ingegneri` del suono, questo guardare alla `registrazione d`ambiente` come al settore in cui si sperimentano varie soluzioni di microfonazione, spazializzazione e registrazione assume un ruolo fondamentale che poi va ad influire nel risultato stesso del prodotto musicale finito, anche su quella che è in tutto e per tutto una produzione nata e portata a compimento fra le quattro pareti di uno studio di registrazione.

Giapponese, come già tradisce il nome, Tsunoda non è proprio giovanissimo e l`anagrafe, alla voce data di nascita, stigmatizza addirittura un 1964 in Kanagawa. E` dal 1993, poi, che si è laureato all`università di Tokyo in musica e belle arti. Sono già numerosi anni che va sperimentando nell`ambito delle `registrazioni d`ambiente`, anche se soltanto alle soglie del nuovo millennio il suo nome ha iniziato a circolare grazie ad una serie di ottime pubblicazioni, alcune delle quali sono assolutamente basilari. Mi riferisco, in particolare, al suo A-B-C scaglionato in tre distinti CD, usciti in tempi diversi, per etichette diverse e con registrazioni effettuate in un lasso di tempo che va dal 1993 al 1999, intitolati prosaicamente “Extract From Field Recording Archive”.
E` senz`altro possibile considerare il materiale raccolto nei tre CD come una raccolta di studi e, in tal senso, la sua mole può far pensare ai fondamentali “Studies For Player Piano” di Conlon Nancarrow. La locazione di questi studi, a differenza di molti altri dischi simili, non riguarda ambienti od eventi particolari, ma in particolar modo situazioni banali (spesso) estrapolate dall`ambiente urbano. Tsunoda non `decanta` mai la natura selvaggia e neppure le stanze di una regina, in questo senso è estremamente diverso da un Chris Watson o da un Leif Elggren, ed al massimo può arrivare a sublimare quel canto di grilli e cicale che quasi tutti possono udire dalla finestra di casa. I suoi sono come blues che raccolgono quella poesia esistente nel quotidiano e, spesso, nel degrado urbano. La personalità espressiva è accompagnata da una personalità altrettanto forte, ed originale, per quanto concerne le tecniche di registrazione, e queste sono contraddistinte da un`estrema semplicità - possiamo ben dire che sono alla portata di tutti - e da una grande inventiva (nei tre CD sono riportate la data, il luogo e la tecnica della registrazione di ogni singolo brano). Quelle che Tsunoda cattura, e amplifica attraverso il processo di registrazione, sono essenzialmente risonanze impercettibili ad orecchio nudo. Non è cosa nuova quella di cercare la poesia negli aspetti più corrotti dell`essere umano e nelle miserie che lo circondano, così come non è cosa nuova il tentativo di dilatare l`impercettibile. Se ci pensate bene l`uso di un microfono e di un`amplificazione per rendere udibile, al di sopra del boato degli strumenti, una voce che canta non è che un`altra faccia della stessa medaglia. Lo stesso utilizzo di sostanze allucinogene è teso ad allargare lo spettro della nostra sensibilità e così è pure per le numerose pratiche meditative. Quindi è possibile inserire l`attività di Tsunoda in uno spettro dell`attività umana più ampio rispetto alla semplice registrazione di alcuni suoni e alla loro riproposizione in veste di `brani musicali`.

Il “#1” degli “Extract...” uscì in Giappone nel 1997, in forma semiprivata, per WrK (sound & phenomena). WrK, più che un`etichetta, è infatti un collettivo che svolge attività di ricerca nel campo delle `registrazioni d`ambiente`, della fenomenologia dei suoni e della loro trasmissione; un collettivo di cui, oltre a Tsunoda, fanno parte anche Minoru Sato, Shimizu Jio, Atsushi Tominaga e Hiroyuki Iida. Le risonanze udibili negli otto brani del disco sono state catturate nell`aria, all`interno di cavità o sulla superficie di corpi solidi. Il CD, in rappresentanza dei siti in cui sono avvenute le registrazioni, contiene in allegato otto fotografie di Atsushi Tominaga con riportate nel retro le descrizioni particolareggiate a proposito delle registrazioni stesse.
Il secondo capitolo, sottotitolato “The Air Vibration Inside A Hollow”, uscì nel 1999 su Häpna e rappresentò la prima uscita di quell`etichetta. Il CD contiene altri otto brani mentre nel successivo, sottotitolato “Solid Vibration”, i brani sono nove. Quest`ultimo uscì nel 2001 coprodotto da Intransitive e Fringes.
Toshiya_Tsunoda_e_Minoru_Sato L'ascoltatore, se ignaro delle fonti sonore e dei processi legati alle registrazioni, viene profondamente colpito dall`eccezionale `musicalità ` e dalla `limpidezza` di questi episodi che, purtroppo, fanno parte di produzioni ormai fuori catalogo. E` auspicabile, vista l`importanza dei tre CD, una loro ristampa complessiva, magari concentrata in un unico cofanetto. Speriamo che qualche anima buona si affezioni a questa giusta causa, oppure che possa innescarsi il meccanismo di una produzione collettiva allargata a tutte le etichette che pubblicarono originariamente i tre dischi.

Gli “Extract From Field Recording Archive”, seppure siano la polpa del suo lavoro, non rappresentano affatto l`esordio discografico di Tsunoda che, in collaborazione con m/s (aka Minoru Sato), aveva già prodotto un disco su Selektion nel 1996 (“Ful”). Si tratta di un lavoro con un unico brano nel quale viene catturato, attraverso microfoni a contatto applicati alle finestre, il respiro di una stanza nell`arco di un`ora di tempo. E` un CD in linea con quella che, all`epoca, era in buona parte l`estetica dell`etichetta tedesca, cioè caratterizzato da microsuoni soffusi e ovattati. L`anno seguente Tsunoda e Sato parteciparono entrambi al monumentale “Tulpas”, un box di 5 CD nel quale più di 50 artisti proposero 47 variazioni sulla musica di Ralf Wehowsky.

Queste realizzazioni fecero sì che il nome del giapponese cominciasse a circolare con una certa insistenza, tanto che nei primi cinque anni del 2000 la sua discografia è andata notevolmente rimpinguandosi. “Pieces Of Air”, uscito nel 2001 su Lucky Kitchen, ha un titolo che può far pensare alla `air vibration` dei CD precedenti, ma in realtà si tratta di un disco diverso seppure sempre improntato dalle vibrazioni dell`aria. E` diverso perchè il baricentro è spostato dai microfoni a contatto ai microfoni omnidirezionali, e quindi il carattere delle registrazioni è di tipo più panoramico. Il disco fa pensare cioè al più classico `reportage sonoro` e, seppure venga specificato che le registrazioni non hanno subito manipolazioni, esiste un aspetto manipolatorio a monte, come nella deliziosa Echo Of A Room dove, collegato al microfono, viene utilizzato un oscillatore. Altre situazioni non appaiono tanto `trovate` quanto procurate, come la mini-suite iniziale Inside of A Pipe dove il tubo in questione subisce spostamenti spazio-temporali. Tutto ciò fa pensare ad un atteggiamento più prettamente compositivo, che trova una conferma nella scelta di non dare alla sequenza dei brani nessuna soluzione di continuità . Un altro aspetto del lavoro di Tsunoda, già presente anche in precedenza, riguarda l`attenzione alla spazialità del suono e alla sua variazione in base alla posizione dell`ascoltatore nei confronti dei diffusori. Le registrazioni presenti in “Pieces Of Air” spaziano dal 1993 al 2001; quindi sono parallele a quelle degli “Extract From Field Recording Archive” e rappresentano un altro aspetto del lavoro di ricerca di Tsunoda, forse più canonico ma altrettanto affascinante.
“O respirar da paisagem”, uscito nel 2003 su Sirr.ecords, è simbolicamente un sunto di tutto il lavoro precedente (ma lo è anche `materialmente`, dal momento che Window Frame And Wind ha tutta l`idea di essere un estratto da “Ful”). Le registrazioni sono state effettuate, in maniera quasi equanime, con microfoni a contatto e microfoni omnidirezionali. Lo stesso Tsunoda divide i brani in tre tipologie: `on a boundary line`, `context of the space` e `observation and object`. Nella prima tipologia rientrano quelle registrazioni effettuate in regimi di passaggio fra ambienti diversi (come possono essere il `fuori` e il `dentro`), si tratta quindi di confini fisici che, però, non fermano la vibrazione del suono ma la permutano. La seconda tipologia concerne la `contestualizzazione` delle vibrazioni sonore, che possono trasmettersi attraverso l`aria o attraverso corpi solidi, rispetto allo spazio dell`indagine. Infine viene presa in esame la variazione della percezione sonora in base al rapporto fra l`osservatore e l`oggetto che viene osservato (le tre piste che studiano questo terzo aspetto sono state registrate in occasione di due installazioni).
“Toshiya Tsunoda / Civyiu Kkliu”, pubblicato nel 2003 dalla texana Bremsstrahlung Recordings, è uno split a mezzo con il musicista californiano Civyiu Kkliu. Non conosco la musica di Kkliu, e quindi evito di esprimermi, comunque stando al brano qui compreso mi pare si tratti della più classicamente impostata drone-music, mentre Tsunoda dà l'impressione, e le note di copertina in questa occasione lasciano a desiderare, di voler approfondire il discorso su quel rapporto fonte sonora - ascoltatore già affrontato in precedenza. Almeno Fragments For Stereophony, brano diviso in due tronconi, sembra andare in tale direzione. I `fragments` racchiudono come due graffe la terza pista, Recorded Landscape: Pier, che rappresenta una più classica esposizione sonora di tipo contestualizzante. Lo split è composto da due mini CD che sono racchiusi all`interno di un unico box in metallo, e quindi il lavoro dei due artisti viene giustamente presentato separato.
“Scenery Of Decalcomania”, uscito nel 2004 per l`australiana Naturestrip, è al momento l`ultimo disco di Tsunoda e lascia intravedere un lieve spostamento in direzione di schemi dalle caratteristiche più compositive, cioè uno spostamento dall`ingegneria sonora verso una forma di architettura sonora. Ci sono una serie di brani più strutturati, soprattutto a livello di registrazione, ed una `composizione` vera e propria (con le fonti sonore che sono tratte da Bottle At Mountain Road, un brano pesente in “Extract From Field Recording Archive #2”).

Nel 2003 Tsunoda ha partecipato anche alla serie di CD dedicati dalla Korm Plastics a rielaborazioni della musica di Kapotte Muziek però, nonostante il tocco del giapponese doni una bella dose di personalità , mi sembra si tratti della sua realizzazione più prescindibile.
La Naturestrip, praticamente in contemporanea con “Scenery Of Decalcomania”, ha invece pubblicato nel 2004 la pregevole compilation “Overland” nella quale, oltre a Tsunoda, compaiono anche Joel Stern, Tarab e Lawrence English. Il nome di Tsunoda è presente anche in altre compilation, la migliore delle quali (escludendo naturalmente “Tulpas”) è la fantastica “noli me legere ...to Maurice Blanchot” pubblicata nel 2004 dalla Sirr.ecords. Quest'ultima, una raccolta a tema ispirata dall'opera dello scrittore francese Maurice Blanchot, vanta un cast di primissimo piano (Brandon LaBelle, Christof Migone, Steve Roden, Paulo Raposo, Maria Nilsson, Julien Ottavi e Stephen Vitiello). E, praticamente, siamo così al completo per quanto riguarda quello che il giapponese ha realizzato nel comune formato del compact disc. C'è solo da aggiungere che è in uscita su Häpna, annunciato per l`Ottobre 2005, il nuovo “Ridge of Undulation”.

Ma sono rimasti fuori due dischi che ho volutamente slegato dal percorso fin qui seguito, approssimativamente cronologico, perchè si tratta di due lavori destinati a quella limitata fascia di pubblico che ancora possiede un giradischi. “Vibrational Movement of Metal Plate / Limiting Feedback Oscillation” è un LP uscito nel 2000 su Ahora ed è un lavoro strepitoso. Direi che, tolti i tre capitoli di cui s`è detto all`inizio, è il suo disco migliore. Vibrational Movements Of Metal Plates, che occupa tutto il primo lato, cattura le vibrazioni determinate da sottili lastre di metallo sospese fra due microfoni. Leggermente inferiori i due brani del lato B, comunque di ottimo livello, che sono studi su fenomeni di feedback all`interno di una stanza che può essere sia in regime di chiusura (Closed Room) sia in regime di apertura (Open Room).
“Dertiende Mixer” o “Cacerolada / Cleavage Of Acoustics”, pubblicato nel 2004 su Stichting Mixer, è infine uno split a mezzo con Justin Bennett. La parte di Tsunoda, Cleavage Of Acoustics, è di natura prettamente compositiva e riprende l`idea della suite in cui vengono concatenate una serie di situazioni `risonanti`. Bennett, viceversa, propone l`impatto diretto di una Cacerolada (così erano dette le manifestazioni di protesta contro la partecipazione del governo spagnolo alla guerra in Iraq). Di quest`ultimo disco potete trovare una recensione più estesa nei nostri archivi relativi all`anno 2005.



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