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								|  `Canto Fermo´
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											| Autore disco: | Anatrofobia |  
											| Etichetta: | ADN, AUT, Lizard, Neon Paralleli, Wallace (I) |  
											| Link: | www.anatrofobia.it |  
											| Formato: | LP |  
											| Anno di Pubblicazione: | 2020 |  
											| Titoli: | 1) Keeping Things Whole2) Canto Fermo 3) Nero di Seppia 4) The Speeding Train 5) Mille 6) Rubik 7) Details 8) It Should`ve Happened A Long Time Ago 9) Alice Wonders  10) Valzer De La Stacada di Breil 11) Golden Slumbers |  
											| Durata: | 38:16 |  
											| Con: | Cristina Trotto Gatta, Paolo Cantù, Luca Cartolari, Andrea Biondello, Alessandro Sosso (organetto in Valzer De La Stacada di Breil)  |  
										
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											| senza parole   | x mario biserni (no ©) |  |  
								| Basta vedere il pool che s`è aggregato per produrre questo disco, al quale va aggiunto il supporto della Amirani, per intuire che si tratta di una realizzazione veramente importante e speciale. Sul sottoscritto ha avuto lo stesso impatto che a suo tempo ebbero “Maledetti” degli Area e “Sinistri” degli Starfuckers. Il che è tutto dire! Se la migliore caratteristica del progressive sta nel non essere (non è rock ... non è jazz .. non è folk .. non è elettronica ... non è classica ... non è post ... non è pre ...), “Canto Fermo” è uno splendido esempio di progressive. A conferma i quattro intingono nel repertorio di Paul Motian (It Should`ve Happened A Long Time Ago), dei Van Pelt (The Speeding Train), dei Beatles (Golden Slumbers) e del folklore occitano (Valzer De La Stacada di Breil). Sorbole e sorbolette!, un bell`esempio di attitudine priva di paraocchi. Sul tessuto ormai consolidato creato dai bassi di Cartolari e dalle percussioni di Biondello si inseriscono meravigliosamente i suoni di Cantù, che porta una più che trentennale esperienza fatta suonando in ambiti che vanno dal rock più estremo, all`industrial, alla techno, e il bisbigliare di Cristina Trotto Gatta, malato, oscuro, inquieto e inquietante. Provate, se ci riuscite, a mettere insieme Milford Graves, Jaco Pastorius, Lydia Lunch e Robert Fripp, fateli benedire da Harry Partch e Hermann Nitsch, e chissà  che non riusciate, previa una bella scozzata, a ottenere qualcosa di simile.A questo punto serve un mea culpa per avere, in precedenza, snobbato gli Anatrofobia. Adesso dovrò andare a riascoltare con attenzione e con la mente sgombra da pregiudizi tutta la produzione precedente del gruppo piemontese. Vero è che rispetto alla prim`ora la formazione è piuttosto cambiata: fuori uno (Alessandro Cartolari) e dentro due (Paolo Cantù e Cristina Trotto Gatta), e vero è che il disco esce a ben 13 anni dal precedente “Brevi Momenti di Presenza”.
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								|  | Data Recensione: 10/10/2021 |  
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