`Ocean Of Earth´

Autore disco:

Kevin Norton, Joëlle Léandre & Tomas Ulrich

Etichetta:

Barking Hoop (USA)

Link:

www.kevinnorton.com

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2003

Titoli:

1) Océan de Terre / Ocean Of Earth 2) Nous de Nous 3) Saltimbanque / Acrobats 4) Pour Guigou, Sophie et Leo 5) Inclusive Radiance 6) Goodbye Blues 7) Flying Blind, Seeing Everything 8) Edye 9) Pour Eva B. 10) A Book Of Great Worth And Importance 11) Trio For The End Of Time 12) D Major 13) Opposite Action 14) C Minor 15) Mais se découvre... 16) Parallel Text 17) Je ne vous ai jamais connu 18) Attainable Syntactical Destinations 19) Fairport Confusion Blues 20) L'Adieu / The Farewell

Durata:

61:34

Con:

Kevin Norton, Joëlle Léandre, Tomas Ulrich

inutile

per etero genio

Non si può definire brutto questo disco perché, dato di fatto, non lo è... ma non si può neanche definirlo interessante perché, altro dato di fatto, non lo è... e neppure si può definirlo coinvolgente perché, ulteriore dato di fatto, non lo è... a voler essere danteschi lo metteremmo fra gli ignavi. Per coloro che seguono la sperimentazione è poco mentre per gli altri è troppo. Pure la combinazione strumentale è troppo stravagante per chi apprezza il classico gruppo jazz mentre può apparire ordinaria per coloro che amano spingersi alla ricerca di accostamenti timbrici inusuali. E` ridondante per chi è infatuato di musiche scarne e minimali ma strumentalmente troppo povero per gli altri. Non c'è contaminazione, in quanto viene fatto, ma un qualcosa che potremmo definire come indecisione, e in realtà è proprio la mancanza di un progetto ben definito, e particolare... se non proprio originale, quello che più pesa nel risultato finale. Dall'altro lato si riscontrano elementi positivi, come la qualità di tre musicisti che hanno collezionato collaborazioni con il Gotha della musica improvvisata: Anthony Braxton, David Krakauer, Fred Frith, Eugene Chadbourne, Derek Bailey, George Lewis, Evan Parker, Anthony Davis, Gerry Hemingway, Uri Caine, Dave Douglas, Ivo Perelman... ma sarebbe una lista infinita se dovessi citarli tutti. Quindi c'è di mezzo un grande mestiere, e anche questo può rappresentare un pregio come un difetto, soprattutto se non viene posto al servizio di una progettualità sufficientemente originale. Un altro elemento a favore sta nella varietà di situazioni proposte, sancita dalla buona gamma strumentale e, in tre occasioni, dalla messa in panchina di un componente dell'ensemble a favore di gradevoli duetti incrociati. Dal punto di vista delle attese, la delusione maggiore viene da una Joëlle Léandre che, stando alle note di copertina, dovrebbe far uso anche della voce... e lo fa, ma in modo marginale e, soprattutto, senza lanciarsi in quelle tiritere sciamaniche che, in più d'un occasione, ce l'hanno fatta così tanto apprezzare. Troppo + poco = un risultato nullo.


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Data Recensione: 20/12/2003
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