Steve Peters è un musicista schivo che rilascia dischi con una certa parsimonia, "Three Rooms" è il quinto CD pubblicato a suo nome in nove anni, e questo è un motivo sufficiente a caldeggiare un approccio all'ascolto brioso e pervaso da pensieri positivi. Il primo brano, dedicato a Steve Roden, è una di quelle cose che lasciano il segno: è un ciclo, un ambiente sonoro astratto che si risveglia a partire da piccole gocce fonetiche sospese nel silenzio alle quali si aggiungono sospiri, sorseggi, gemiti, ronzii, lievi battiti e modulazioni notturne, per terminare infine in quello che è definibile come un`eco sentita da lontano (a onor del vero Delicate Abrasions era già stato pubblicato nel 2003 in un 3” CD-R stampato in sole 100 copie). Di fronte a questa meraviglia gli altri due brani fanno la figura degli accompagnatori minori, seppure siano comunque al di sopra di quella soglia che delimita la buona qualità . Center Of Gravity è basato su un`unica fonte sonora, il respiro dell`autore, ed è strutturato nello scorrere di brevi cicli sonori per un effetto, tanto per intendersi, simile a quello ottenibile stando in vicinanza ad una pista di decollo/atterraggio, di una ferrovia o di una strada. Mountains Hidden In Mountains si consuma invece in un unico lungo ciclo continuo, dilatazione nel tempo/spazio di un rintocco di `campana densho` nel tempio Buddista Zen di Albuquerque. Tre composizioni elettroacustiche diverse per struttura - continuum, brevi cicli e sinfonia puntillistica - che indagano il suono nella sua essenzialità più pura ed un autore che merita tutta la vostra attenzione, credo che siano premesse più che sufficienti a rendere questo “Three Rooms” quasi imperdibile. Adesso tocca a voi.
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