Günter Müller    di sergio eletto




E' difficile cercare di tracciare una mappa precisa sull'intera carriera di Günter Müller.
Il musicista tedesco, da diversi anni, si muove dentro quel circuito di artisti che fluttuano nel campo della musica elettro-acustica e / o elettronica. La pesante discografia potrebbe confermare una predilezione per le collaborazioni a più mani,
registrando in larga parte performance dal vivo. Qui si scopre la decisione di lavorare seguendo, e rispettando, a pieno i canovacci dell'improvvisazione. Se tutto nasce, e prende forma in via del tutto estemporanea, gli elementi che potrebbero preoccupare, e mi permetto di fare un piccolo deragliamento, si manifestano in un'eccessiva produzione discografica.
Il 2003 ha visto un cospicuo figurare di uscite, intrattenimenti divisi tra i Nmperign, Ambarchi, Korber... e buona parte della scena Giapponese, cui il percussionista tiene particolarmente. E forse, proprio il disco con Otomo, quando “Tint” con Toshimaru Nakamura, presente nel box Erstwhile, balzano in prima fila per il dettagliato fotogramma sull'emozionalità musicale del percussionista.


Nachtluft "Belle-View I-IV Reissue"
(Unit Records - 1986 / rist. Atavistic 2000)
"Belle-View I-IV Reissue" è ben collocato nella categoria 'oggetti di nicchia', dato che, osservata la scarsa presenza di materiale, presenta uno dei primi progetti, cui prese parte Müller sotto un assetto, autenticamente, sperimentale.
Uscito originariamente nel 1986 per la Unit Records, ha rivisto la luce con l'inizio del 2000 per merito dell'atavistic, all'interno delle collana Unheard Music Series.
Le note di presentazione sono redatte da Jim O'Rourke, il quale lo piazza tra i dischi che hanno contribuito a cambiargli la vita, nonchè il modo di rapportarsi con il suono. In effetti, nonostante parliamo di quasi 25 anni fa il power trio dei Nachtluft già si poneva discorsi riguardo la modificazione del suono originario. L'ausilio di strumentazioni analogiche al pari di quelle acustiche e, infine, un nuovo modo di dialogare con il lato ritmico (batteria e percussioni varie) non lo fa apparire, ancora adesso, un lavoro retrò.
Oltre a Günter Müller , il quale battezza un rapporto con drum machine e altri marchingegni elettronici, il lato percussivo viene sondato anche da Jacques Widmer, mentre ad Andreas Bosshard il compito di usare tape machine...
Palesi sono i rimandi all`industrial, in voga a quei tempi.

Christian Marclay / Günter Müller "Live" (For4Ears - 1994)
Registrazione di due concerti avvenuti tra il festival 'Nouvelles Scènes' a Dijon in Francia e a Düsseldorf all'interno della rassegna 'Visionöre Schweiz'.
L'incontro con uno dei 'djs' più eccentrici del giro smuove l'occhio del percussionista dal panorama cui è solito osservare. Sembra quasi assente la mano di Müller, sopraffatta dai collages che deragliano in tutte le direzioni, azionati da Marclay. I sentori di una 'presenza' fisica si materializzano in un uso classico, generalmente insolito, della batteria. Non viene concesso spazio al silenzio, ne a microtessiture elettroniche, il rumore avanza di pari passo con forme sonore impazzite (musica contemporanea, jazz, lounge, marcette robotiche, noise e altro ancora).
Nel migliore filone del cut up in musica, legato alla tradizione dei vari Luigi Russolo e Walter Ruttman, nonchè vicino ai bizzarri intrattenimenti di gruppi quali Ground Zero, Hikashu, Stock, Hausen & Walkman e con tutta la schiera d'insani di mente che seguono questa strada.

Günter Müller & Jim O'Rourke "Slow Motion" / "Weighting"
(For4Ears - 1994 / 1998)
Non poteva mancare nella lista delle collaborazioni, il nome del variopinto musicista di Chicago. Posizionato entrambi i lavori sulla bilancia, il mio prediletto rimane "Weighting". "Slow Motion", riascoltato oggi, rispecchia delle pecche dovute, forse, a fattori d'incertezza riguardo la strada da intraprendere. Il velo sottile, il confine labile tra batteria ed elettronica di Müller si stenta a vedere, mentre il compagno si limita ad imbracciare in piena libertà solo la chitarra (acustica).
Attimi interessanti non ne mancano, come ad esempio il trattamento degli elettronics in A Faster Silence, ma per il resto, il continuo dialogo dei due, poggiato su rumorismi datati si limita a sfiorare la sufficienza.
"Weighting", invece, fa sfoggio di un completo agio da parte di O'Rourke nel confrontarsi con più strumenti. Organo, piano, lapstell ed elettronica uniti ai battiti sottili del partner dilatano gli spazi, immettendo dentro piacevoli vibrazioni organiche.
A differenza del precedente, i pezzi vengono divisi con più cura. Là , dove erano tre lunghi assaggi, qui le sei tracce lambiscono meglio il mood aleatorio del duo. Tutto, comunque, sembra essere unito da un unico cordone ombelicale. L'acquisizione della calma sembra essere stata ricavata dalla tessitura di una maglia ricamata sia da rimandi psichedelici quanto minimalisti.

Günter Müller / Taku Sugimoto "I Am Happy If You Are Happy"
(For4Ears Records - 1999)
Mai come in questo caso, il titolo riesce al meglio nel figurare la perfetta simbiosi avvenuta dall'incontro, di due degli artisti contemporanei più importanti in territori impro.
Flirt avvenuto interamente in studio di registrazione, "I'm Happy If You..." stende bene le coordinate sonore predilette da entrambi. Un Sugimoto che non esita a far 'sentire' il suono delle corde. Siamo ancora vicini al periodo di "Opposite" e , dunque, l'amore per il blues, quanto per le strutture ad incastro di Morton Feldman, sono gli umori guida preferiti dal chitarrista. Non sarà , comunque, difficile sentire sapori sparsi qua e là di jazz per tutta la durata del disco. Müller si articola, come un ragno a proprio agio nel tessere una ragnatela, tra batteria, elettronics e mini disc. Ramificando, così, il substrato sonoro cui far fluttuare, e risaltare, l'astrattismo musicale del partner.
Tutto nasce al momento. Rintocchi, fruscii, andamenti obliqui, battiti accennati del rullante disegnano un ambiente denso di spiritualità .
Particolarmente consigliato per entrare a contatto con le reciproche poetiche dei due artisti.

Masahiko Okura, Günter Müller, Taku Sugimoto and Otomo Yoshihide "Metal Tastes like Orange Secret Recordings 1"
(Valve / Amoebic - 1999)
Sachiko M, Otomo Yoshihide and Günter Müller "Filament 2: Secret Recordings"
(For4Ears - 1999)
Una cosa è certa, questi sono due tra i lavori più affascinanti partoriti dal musicista nell`ambito delle collaborazioni.
Legati da una serie di registrazioni avvenute a catena, Müller si rapporta con la new school dell`improvvisazione giapponese. Il primo, tra i vari partecipanti, vede spiccare uno strabiliante Masahiko Okura con il sax alto concepire deliziose vignette estemporanee, dal netto retrogusto free. Non sono da meno, comunque, gli altri compagni, nel quale merita d`essere segnalato l`accompagnamento di Sugimoto.
Più tagliente, dal carattere matematico nel calcolare l'evoluzione del movimento, nonchè l'interno del suono nella sua dimensione, diciamo, 'nuda e cruda' è la seconda uscita dei Secret Recordings partorita con Yoshihide e Sachiko M.
La pulizia con cui vengono costruite queste improvvisazioni sarà difficile da incontrare in altre occasioni.

Günter Müller With Lª Quan Ninh "La Voyelle Liquide"
(Erstwhile - 2000)
Penso che "La Voyelle Liquide" sia uno di quei momenti meglio riusciti in ambito elettroacustico. Entrambi percussionisti, il primo libero da ogni schema, il secondo legato ad una tradizione più accademica si inerpicano alla ricerca di ogni possibile soluzione sonora da estrarre dai loro strumenti. Risultato ampio, se si considera l'ausilio parallelo dell'elettronica, scesa in campo per amalgamare ed abbellire ulteriormente la forma scultorea.
Improvvisazioni che sembrano preferire adagiarsi in habitat tranquilli e rilassati. Tra le cartoline più audaci del panorama elettroacustico d'inizio millennio, dove l'ascoltatore è portato a non sentire mai (fortunatamente) modifiche e / o eventuali limitazioni, apportate allo strumento.
Il suono, la ritmica, i battiti delle percussioni acquistano nuova linfa.
Günter Müller e Lª Quan Ninh sembrano andare di pari passo con le deformazioni fiatistiche dei Nmperign, altra formazione di meritevole riguardo nata sotto il segno del 2000.

Günter Müller & Otomo Yoshihide "Time Travel"
(Erstwhile - 2003)
Ambarchi_Müller_Samartzis "Strange Love"
(For4Ears - 2003)
Oren Ambarchi/Gunter Müller/Voice Crack "Oystered"
(Audiosphere - 2003)
Nmperign & Gunter Müller "More Gloom, More Light"
(Rossbin - 2003)
Korber/Müller/Steinbrüchel "Momentan def."
(Cut - 2003)
Günter Müller "Eight Landscapes"
(For4Ears - 2003)
Ecco alcuni lavori usciti durante tutto il 2003. Tra i titoli che sento di consigliare maggiormente spicca il duo con Otomo. Un disco che ben ricorda sapori di certa scuola AMM, con particolare predilezione alla poetica di Keith Rowe.
D'altronde per la Erstwhile, già quattro anni fa, era stato publicato un interessante trio con Müller , Sugimoto e lo stesso Rowe: "The World Turned Upside Down".... e quindi delle assonanze ben si riescono ad intravedere all'orizzonte.
"Strange Love", invece, ci permette d'ascoltare una delle prima collaborazioni tra Müller ed Oren Ambarchi, senza dimenticarci Philip Samartzis, anch'egli australiano. Seppure sembrano esserci tutte le carte in tavole per immortalare un'esperienza positiva, l'ascolto complessivo non varca la soglia di un semplice interesse. Lo dico, specialmente, per chi abbia già dimestichezza con la materia sonora dei rispettivi musicisti.
Due lunghi brani, uno registrato in concerto a Melbourne e l'altro proveniente da materiale registrato nelle rispettive case, in seguito assemblato.
Cooler più diretto, incastrato tra ritmiche vagamente technoidi, drones taglienti da sopra, basse frequenze e disturbi, soliti da incontrare in ambito microwave. Warmer, invece, preferisce carambolare in ambienti primi di gravità , dove il ritmo è quasi assente. Allora, preferivo il primo brano per la forte vena elettronica, adesso forse la seconda suite suona più matura... tra parentesi s'insinua, anche se sporadicamente, in forma netta e evidente l'incastro armonico della chitarra di Ambarchi.
Sempre con Ambarchi e con il duo Voice Crack esce per casa Audiosphere "Oystered". Lavoro che attesta il suo mood principalemente su un discorso elettro-noise, o almeno è questo il sentore che ricevono le orecchie al momento dell'ascolto.
Rumore che straborda con maggiore peso, complice la vena 'distruttiva' fuoriuscita per la presenza di Andy Guhl e Norbert Möslang.
Per l'italiana Rossbin esce "More Gloom, More Light", recente collaborazione avuta con i due Nmperign. Sembra azionarsi una bilancia che bene riesce nel dosare i sottili impulsi percussivi, con le ampie derive fiatistiche ottemperate da Bhob Rainey e Greg Kelley. Anzi, la presenza di Müller sembra sedare e ammorbidire le alzate viscerali dei due. Prova interessante, cui rimando al più vasto approfondimento fatto da Alfredo Rastelli su questa webzine. L'intrigante Cut di Jason kahn colpisce nel segno con la publicazione di "Momentan def.". Anche qui, lavoro a più mani, sulla scia del meccanismo di destrutturazione completa della fonte sonora originale. Imput di partenza: un concerto che ha visto improvvisare liberamente in quel di Zurigo Müller insieme al performer Steinbrüchel e il giovane Tomas Korber. La registrazione complessiva di tutto l'avvenimento passerà in seguito per le ispirazioni e le singole mani dei tre. Rimane la serata dell'esibizione il momento che meglio riece a catturare i padiglioni auricolari... anche se i seguenti sezionamenti, con in scala di successione la (de)formazione digitale di Steinbrüchel, gli stravolgimenti chitarristici di Korber e l'architettura del batterista, lasciano una discreta scia d'originalità creativa. Con "Eight Landscapes" si torna a lavorare in proprio e c'è voglia di sfiorare maggiormente un suono evidente, a tratti 'marcatemente' ritmato, a tratti oscuro.
Non scordiamoci, poi, che all'interno del mega box dell'Erstwhile, “Amplify 2002”, Müller è presente con un studio session in compagnia di Toshimaru Nakamura, “Tint”.
Si calvalca su terreni, a loro tempo incontaminati e fertili, su cui hanno piantato i semi gente come Rioji Ikeda, Bernhard Günter...

Ps. Dimenticavo di menzionare i Poire_Z, progetto che include i due Voice Crack ed il francese Erik M e che ha visto uscire, sempre per mano dell'Erstwhile , “+”: lavoro che si avvaleva, inoltre, dei contributi di Otomo, Sachiko M. e Marclay.


















(Intervista)


Mi piacerebbe se cominciassi a parlare del tuo passato. Hai sempre nutrito un forte interesse per la batteria. Com'è nata questa passione?
Quando ero bambino mi divertivo molto a stare seduto in cucina e a fare un enorme rumore battendo un cucchiaio sulle pentole, non ricordo bene, ma sembrerebbe che a quel tempo fu gettato un seme.... Ho iniziato a suonare la batteria piuttosto tardi, quando avevo 17 anni, cercando di suonare la musica dei miei eroi. Ciò significa che ho imparato a farlo ad orecchio, almeno all`inizio. Non ho mai preso lezioni e non ho mai imparato a leggere la musica. Non credo che sarei riuscito a sviluppare la mia musica, così come ho fatto, se avessi studiato in modo serio.

Potresti narrarci un po' la storia dei Nachtluf (ho da poco ascoltato “ Belle-View I-IV ...”), una delle prime formazioni che ti ha visto inaugurare un rapporto sperimentale tra percussioni varie e musica elettronica?
"Belle-view" fu il mio secondo lp. Dopo che ebbi suonato improvvisazione con alcuni amici per un paio di anni, Nachtluft divenne il mio primo “vero” gruppo con cui facemmo tour all`estero e incidemmo dischi. Fin dal 1981 ho incluso alcuni pick.up ed elettronics nel mio set, così questa formula con Jacques alla batteria acustica e Andres alla sua tape-machine e computer fu esattamente la cosa che mi spinse all`esplorazione dei miei suoni elettro-acustici. I Nachtluft non hanno mai suonato su di un palco, abbiamo sempre improvvisato con istallazioni in vari luoghi dall`acustica e architettura interessanti, anche per il pubblico intorno a noi. Ciò significa che l`aspetto della stanza aveva un posto centrale nel nostro lavoro. A quel tempo incominciai a lavorare in stereo e anche oggi considero il volume come un`espressione di varie distanze.

Quali sono state le figure, nella musica in tutti i suoi generi, che hanno maggiormente influenzato il tuo lavoro?
All`inizio fui molto impressionato dal free jazz di Cecil Taylor, ma anche da quello elettrico di Miles Davis; invece, uno dei miei batteristi preferiti è Sunny Murray. Più tardi ho avuto sempre più contatti con tutti i virtuosi del free jazz e dell`impro, e con il loro culto del solista. Ora mi sento chiuso all`interno dell`improvvisazione elettroacustica, ma ascolto molta musica elettronica, anche di quella pop, e spazio da Morton Feldman a Pierre Henry e Luc Ferrari.

Sono diversi i lavori che vedono la collaborazione con artisti giapponesi. Sembra sia molto attratto dalla scena, cosidetta 'riduzionista', attualmente in giro nel loro paese... sbaglio?
Si, mi considero come parte di un gruppo costituito da un solo strumento, e il suonare di meno, ma con più precisione, è certamente diventato molto importante per me in questi ultimi 10 anni. Sono sicuro che diventando più vecchio cambierò il modo di pormi all`ascolto e le esperienze consentono di abbandonare molte cose che non hai più voglia di fare. Io lavoro regolarmente sul computer, mixando ed editando le registrazioni, per la produzione dei suoni per il mio strumento. Questo tipo di lavoro ha cambiato sicuramente il mio modo di ascoltare e di fare musica. Molti musicisti giapponesi sono maestri nel ridurre i suoni, io sono attratto dal loro modo di ascoltare e di interagire ed è sempre un gran piacere lavorare con loro.

La Four4ears è la tua etichetta, con la quale non ti limiti nel publicare solo progetti personali. Era necessario creare un'etichetta per produrre liberamente qualsiasi lavoro. Da cosa è maturata questa scelta?
Tornando indietro posso dire che è stata una delle migliori scelte che abbia mai fatto! Pensando ai tardi anni 80, noi avevamo moltissime registrazioni pronte e poche idee per progetti futuri. Non eravamo molto felici con la label che aveva pubblicato gli ultimi Lp e, quando ebbi un buon riscontro alla mia intenzione di crearne una propria, nel tempo di una sola notte insonne presi la mia decisione. Sono totalmente libero di decidere su come e quando fare qualcosa, e dopo 14 anni ho capito che la label mi aiuta come musicista e viceversa; significa ad esempio che durante un festival io sono lì sia come musicista sia, allo stesso tempo, come Mr. For4ears.

Nella tua discografia a comparire parecchio sono le collaborazioni. Confrontarsi costantemente lo trovi importante per la tua ispirazione?
E` esattamente quello che stavo dicendo: come musicista incontro molti artisti interessanti e spesso con molti di loro incomincia una meravigliosa collaborazion. “Strange love”, ad esempio, con Oren e Phil è un ottimo esempio di come intendo essere indipendente; questo cd fu il primo concepito per essere pubblicato da un`altra label ma essi rimandavano la pubblicazione sempre più spesso, fino a che ho proposto ad Oren e Phil di produrla da solo. E` difficile dire quale album io ami in particolar modo. E` sempre interessante vedere come un album cominci a vivere dopo che è stato licenziato. Guardando indietro ci potrebbe essere un disco, piuttosto che un altro, che non pubblicherei più oggi, ma per la maggior parte di essi sono contento di averlo fatto. Ci sono alcuni cd che hanno avuto successo, dal punto di vista musicale e / o riguardo al fatto che abbiano venduto molto. Qui posso citare il cd di Nachtluft, composto da due selezionati landscapes, poi il duo che ho fatto con Christian Marclay e quello con Jim O`Rourke, il solo di Lª Quan Ninh, Repeat, Poire_z (queste registrazioni hanno dato il via ad una splendida band) e il cd che ho fatto con i miei amici giapponesi, Sachiko, Otomo e Taku Sugimoto.

Ormai, vivi in Svizzera da parecchia anni. Che aria si respira nei confronti della musica sperimentale... è facile trovare spazi per esibirsi?
Bene, ci sono un bel po` di musicisti che fanno musica improvvisata e/o improvvisazione elettro-acustica da molto tempo. Ma la cosa brutta è che oggi non c`è un posto dove si possa suonare dal vivo, eccetto per chi faccia improvvisazione tradizionale o per alcuni tipi di bebop e cool-jazz. Attualmente l`unico posto buono per suonare in Svizzera e che fa interessanti concerti con regolarità è il Cave 120 a Ginevra.

L'improvvisazione sembra essere il nodo cardine, cui ruota intorno tutta la tua musica. Potresti dire qualcosa a riguardo...
Io faccio improvvisazione. E` la cosa che mi interessa. Anche quando suono dal vivo improvviso. Un`altra cosa è ciò che succede posteriormente dopo aver registrato tutto su hardisc e sto aspettando per il missaggio e l`editing. Non sono assolutamente un fan dei dischi documentaristici. Sono sicuro che la percezione della musica ascoltata su cd è diversa da quella ascoltata in un live show, su tutto grava la percezione del tempo. Così le registrazioni devono essere editate per rendere 40 o 50 minuti di quello show un lavoro completo.

... anche toccando l'aspetto dell'importanza dello spazio circostante. Quanto influisce esso nell'atto di suonare?
Lo spazio è una gran cosa nell`improvvisazione, ogni cosa ha la sua influenza, il proprio umore, gli altri musicisti, il pubblico, lo spazio, il cibo che hai o non hai ancora mangiato... e all`inizio del mio lavoro con Nachtluft lo spazio era sempre considerato come una parte fondamentale nella produzione della mia musica.

A quando risalgono i primi esperimenti sulla batteria, come sulle percussioni in generale, con l'elettronica?
Nel 1981 cominciai ad aggiungere i pick-up alla mia batteria, prima mettendoli sui piatti e più tardi sulle aste dei piatti e poi sulle bacchette. Ho costruito varie aste per i piatti con dentro i microfoni, poi ho iniziato ad usare questi microfoni e successivamente le cuffie in sostituzione delle bacchette per la batteria. Questi non sono solo oggetti che io posso battere ma anche un modo per esaltare o rendere più chiuso il suono di un piatto, per fare un esempio. Tutti questi suoni sono riprodotti attraverso due delay da 8 secondi e due equalizzatori. Nel 1998 incominciai a lavorare al computer per creare loop che avrei potuto mettere sul minidisc e ora sul`ipod come un`aggiunta o in qualche occasione come l`unica fonte sonora per i miei electronics.

Cosa pensi della scena contemporanea. Di nomi importanti non ne mancano e...
Dopo che invecchiano insieme, i musicisti con gli organizzatori e il pubblico, le cose sono destinate a prendere un'altra piega. Ora c`è una generazione più giovane di pubblico (e di musicisti) che è cresciuta insieme agli strumenti elettronici, che forse ascolta della pop music elettronica, ma che è curiosa di imparare nuove cose ed ascoltare musica sperimentale. Ma ciò che tu chiami sperimentale è un musica suonata da alcuni musicisti come AMM, Voice Crack da più di 30 anni.... Oggigiorno nel suonare in concerto, spesso sono il più vecchio nella stanza, ed è questo il motivo per cui amo lavorare con Keith, perchè egli è più vecchio di me. Durante gli ultimi due anni ho incontrato alcuni giovani musicisti che suonano improvvisazione elettro-acustica, spesso venendo da diversi background come la musica elettronica più concettuale. Io amo queste collaborazioni, perchè pone una serie di nuove questioni e possono darti nuove idee.

... non pensi che la tecnologia moderna (il computer e via dicendo) abbia dato la possibilità di far fluire e produrre con maggiore facilità la musica...non ti sembra delle volte eccessivo?
Bene, da un paio di anni la moderna tecnologia ha reso molto facile registrare ed economico fare un cd. Io non mi domando, quando i musicisti pubblicano tante uscite, fino a che punto ogni singolo cd è importante per loro o se lo sarebbe allo stesso modo se invece avessero fatto pochi dischi nella loro vita. Dopo tutto dipende da quelli che comprano o non comprano i dischi. Dopo un paio di mesi o perfino anni, viene fuori quale disco potrebbe aver avuto più importanza o più influenza nel modo di sviluppare la musica più del resto, per il musicista stesso o per il pubblico.

Ascolti da consigliare e prossime releases per casa For4Ears?
Per prima, qualunque cosa di Morton Feldman e Pierre Henry. Amo in particolare le ultime produzioni di Pluramon, come il nuovo sound degli Stereolab.
Spero che per la For4Ears riescano ad uscire nei primi d'Aprile il primo cd da solo di Norbert Moeslang (ex-Voice Crack), l'album debutto del fataschico chitarrista venicinquenne Tomas Korber, insieme ad Otomo, Erik M e Toshi Nakamura... e poi, la registrazione dell'ultimo concerto dei Poire_Z insieme a Phil Milton.


L`autore desidera ringraziare Alfredo Rastelli per la traduzione dell`intervista.
Le foto sono di Nora Müller (b/n) e Barbara Hediger (colori), e sono tratte dal sito http://home.datacomm.ch/g.mueller.htm/

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2003