Ci siamo già occupati di Brian Day, e dei suoi strumenti autocostruiti, recensendo un disco degli Euphotic (cerca la recensione al link riportato sopra). Lo ritroviamo ora in questa collaborazione a quattro mani con Dereck Higgins, di norma un bassista che vanta numerose collaborazioni in ambiti variopinti quali sono rock, reggae, punk, jazz e musica elettronica. Nell’occasione Higgins si occupa di registrazioni materiche, oltre ad affiancare Day nel settore delle manipolazioni elettroniche, dimostrando equilibrio e competenza. E, in questo tipo di esplorazioni sonore, la competenza in grado di garantire la qualità dei suoni, accanto all’equilibrio nell’assemblare le varie fonti sonore, è probabilmente il fattore più importante.
“Woven Territories”, in definitiva, è un disco in grado di soddisfare gli appassionati del genere proposto. Se invece non riuscite a dormire senza farvi cullare dal suono / rumore generato da una chitarra elettrica o senza contare le pecorelle accompagnati da un ambient elettronico del tipo più rilassante, in tali casi passate oltre.
Prossimamente: “Pandemia” di Collin J Rae / Red Gnein Sextet; “Active Observation” dei Genera; “Flashpoint” di Linda Dusman; “Materical” dei Materical; “Ordo” di Philip Blackburn; “Maison Moderne” di Steven Kamperman; “Pale Blue” di Glen Whitegead; “Late Night Banter” di Aaron Jay Myers; “Bringing It Back / Round And Round And Round” di John Krausbauer & David Maranha; “Fragments de Temps” dei Kairos; “Isocèle” di Manuel Mota; “Freshta” di Mark Lotz; “Before The Fall” di Dan Peter Sundland’s Home Stretch; “Fold / Unfold / Refold” di Piergiorgio Pirro; “Genius Loci” di Davide Barbarino & François Wong; “Nowhere Dense” di Max Arsava; “The Night Shall Break” di Hanna Hurwitz, Colin Stokes & Daniel Pesca; “Words” di Matteo Paggi …
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