Gli Ochotona sono deliziosi erbivori dall’aspetto di roditori, ma in realtà appartenenti all’ordine dei Lagomorfi, viventi in Nord America, Asia ed Europa Orientale.
Eva-Maria Karbacher è una strumentista svizzera, facente parte del quartetto di sassofoni Uneven Same, nella quale ci siamo già imbattuti recensendo un disco di Thomas K. J. Mejer.
Non so per quale motivo la sassofonista abbia voluto associare il suo primo disco come solista all’Ochotona, probabilmente perché trova delle similitudini fra i suoni che trae dal suo sax e i richiami acuti del piccolo mammifero, un ipotetico dato di fatto che non mi sentirei di sottoscrivere. Sottoscriverei invece senza remore il giudizio su un’artista che affronta la prima prova solista con un invidiabile grado di maturità, senza la benché minima incertezza, e con quell’energia profondamente teutonica che fa pensare al compianto Brötzmann. E figurarsi che ha usato un sax soprano con sordina, altrimenti poteva perfino spaccare le montagne. Gott schütze William Tell!!!!.
Prossimamente: “The Quietest Of Whispers” di Evan Ware; “Due Mutabili” // “Cadenza del Crepuscolo” del Sestetto Internazionale // di Hughes, Mimmo, Schlechta & Volqartz; “Sound In Time” di Blaž Švagan; “Live At Pariser Platz” di AoA Impro Group; “Kinesis” del Galan Trio; “Praznina / Emptiness” di Iztok Koren; “Driven – Live At Roadburn” del Martina Verhoeven Quintet; “Chance And Change” del Blue Lines Trio; “Innesto” & “Pragma” del Rumore Austero; “Kissós” di Nicolò Francesco Faraglia; “Project Encore – Vol. 1” di Timothy McAllister & Liz Ames; “Thirtynine Fiftyfive” di C/W/N; “Recoil” di Henkel Carlson Hall; “Remember” di Jeremy Beck; “The Hills Shout” di Jacques Demierre; “Woven Territories” di Bryan Day & Dereck Higgins; “Pandemia” di Collin J Rae / Red Gnein Sextet; “Active Observation” dei Genera; “Flashpoint” di Linda Dusman; “Materical” dei Materical; “Ordo” di Philip Blackburn …
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