`The Soundtrack Of Your Secrets´
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Autore disco: |
Andrea Bellucci & Matteo Uggeri |
Etichetta: |
13 (I) |
Link: |
13.silentes.it/ |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2022 |
Titoli: |
1) Feeding Chocolate Horses 2) At Least We Have A Chance 3) Shogun First Announcement 4) A Gift From A Debt 5) And Then Came The Fever 6) January Kills Again 7) Escape From Self Surveillance 8) Opinions About Death |
Durata: |
42:47 |
Con: |
Andrea Bellucci, Matteo Uggeri, Dome Bulfaro, Alberto Carozzi, Franz Krostopovic, Cristiano Lupo, Fabio Ricci, Andrea Serrapiglio |
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le vie del disco sono infinite |
x mario biserni (no ©) |
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Per sapere se un disco ti piace o non ti piace è bene ascoltarlo al buio, senza sapere chi lo ha fatto, senza vedere come è stato confezionato, senza nessuna informazione su quale strumentazione è stata utilizzata, in modo da addentrarsi nell’ascolto senza preconcetti e senza nepotismi. Quello che ne esce è il classico giudizio alla Andy Luotto (buono o non buono).
Cosa ben diversa è capire un disco. Un disco, per essere capito veramente, ha bisogno di mostrarsi, di denudarsi, di lasciar capire di che pasta è fatto, con quale strumentazione è stato creato, chi sono i suoi autori e qual è la loro storia; per capire appieno un disco devi conoscere nei minimi particolari la sua genesi.
In un foglio allegato alla sua confezione i due autori narrano del loro rapporto e di come è nato “The Soundtrack of Your Secrets”, ed ecco che il disco si schiude ai nostri occhi come una vongola in padella!
Bellucci e Uggeri non si sono mai incontrati, non si sono mai visti e non conoscono neppure la voce l’uno dell’altro. La loro è una relazione astratta, fatta di comunicazioni tramite posta elettronica, e il disco è il frutto della collaborazione virtuale che ne è derivata. Una virtualità addirittura resa quasi obbligatoria dalle misure anti-covid. Quindi si tratta di un figlio della contemporaneità, ma di una contemporaneità già databile a un frangente ben preciso dei primi anni del Duemila, allorché un virus pestilenziale ha fatto di tutti noi degli isolazionisti.
Il disco è stato voluto con insistenza da Bellucci che, avendo ascoltato la produzione precedente di Uggeri, era rimasto affascinato dal suo modo di trattare la materia sonora. Così ha procurato alcune registrazioni di pianoforte che il poliedrico Matteo ha elaborato aggiungendo ritmi e melodie ricavati soprattutto dal trattamento di suoni materici. In tale definizione includo tutti quei rumori – voci, suoni ottenuti da strumenti acustici più o meno primitivi e registrazioni d’ambiente, che non sono sintetici. Senza soffermarsi sui singoli brani, la genesi di alcuni è ben delineata da Uggeri nel flyer citato sopra, si può racchiudere l’insieme del disco in quel mare magnum che avvolge nelle sue spire tutto un mondo: dalle melodie gotico-romantiche ai rumorismi dell'elettronica contemporanea (quella basata appunto sul trattamento dei suoni materici).
Una buona scoperta, per quanto riguarda Andrea Bellucci, e una sempre più piacevole conferma a proposito di Matteo Uggeri, uno dei musicisti che interpreta al meglio la figura dell’artista post-ivesiano e che riesce a dare il meglio di sé proprio in queste collaborazioni estemporanee (vedi anche “Does The Moon Not Dream” con Mourning Dove).
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Data Recensione: 11/7/2024 |
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