Bona Head risponde al nome del solo Roberto Bonazzoli, in precedenza frontman del gruppo britpop SHW (mi affido alle cronache dal momento che non li conosco). Il cambio di direzione è piuttosto netto, cosa più che lecita, e Bona Head è un progetto di musica romantica e neo-classica, basato soprattutto sul suono sontuoso delle tastiere, che utilizza tecniche tipiche del synthpop. La voce sembra citare abbondantemente Bono Vox, nei suoi toni calcolatamente drammaturgici, ma non vengono ignorate altre soluzioni, come quando in alcuni passaggi di The Astronomer e De Profundis fanno capolino rispettivamente i Pink Floyd di “Dark Side” e il Kurt Cobain più ombroso. L`autore da prova di ottime qualità , a livello di composizioni e arrangiamenti, nel cesellare una serie di brani formalmente perfetti e privi di sbavature (coadiuvato, in ciò, dai produttori Marco Connelli e Gabriele Branca). Il disco, quarto a nome Bona Head, si ispira al film “Melancholia” di Lars von Trier. Credo di essere stato corretto e preciso nel presentare un CD che, come sempre, può piacere o non può piacere. A me non piace.
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