Luciano Panama dopo gli Entourage. E` difficile o è facile iniziare una carriera da cantautore rock dopo essere stato il frontman di un gruppo rock piuttosto apprezzato da pubblico e critica? Penso che sono vere entrambe le cose perchè se da una parte hai un retroterra già costruito, cioè non parti proprio da zero, e un pubblico che ti apprezza, dall`altra non devi deludere le grandi aspettative evocate dal tuo nome. Luciano Panama sembra uscire vincente dalla sfida di questa sua prima prova solista, anche perchè dimostra un grande eclettismo e oltre a scrivere, arrangiare e produrre tutte le canzoni suona anche tutti gli strumenti collocandosi sulla scia di tipi come Paul McCartney e Todd Rundgren. Le uniche eccezioni sono il violino di Giovanni Alibrandi in L`osservatore, Come aria e Messina guerra e amore e la tromba di Matteo Frisenna in Hey My. A proposito di Hey My, un rock poderoso il cui riff potrebbe benissimo essere stato forgiato dai Deep Purple dei tempi d`oro, va detto che non si tratta di una risposta al Neil Young di Hey Hey, My My ma di un semplice aggiustamento di tiro. Laddove il grande canadese cantava «rock and roll can never die» Panama precisa che comunque, seppure non sia morto, «è cambiato il senso del rock and roll». Il resto si muove in quell`inframezzo che sta fra tradizione rock e tradizione cantautorale, a eccezione dell`acustica Messina guerra e amore, che Panama dedica chiaramente alla sua città e che rientra a pieno titolo nella tradizione della canzone d`autore.
“Piramidi” è dunque un disco più che buono, ma non chiedetemi perchè preferirlo ad uno dei tanti altri dischi buoni che vengono quotidianamente prodotti ... non saprei proprio cosa rispondervi.
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