`Zentuary´ // `Pasar Klewer´
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Autore disco: |
Dewa Budjana // Dwiki Dharmawan |
Etichetta: |
Favored Nations Entertainment, Moonjune Records, Demajors (RI) // Moonjune Records, Demajors (RI) |
Link: |
www.demajors.com www.moonjune.com/ |
Formato: |
2CD |
Anno di Pubblicazione: |
2016 |
Titoli: |
1) Dancing Tears 2) Solas PM 3) Lake Takengon 4) Suniakala 5) Dear Yulman 6) Rerengat Langit (Crack In The Sky) / 1) Pancaroba 2) Manhattan Temple 3) Dedariku 4) Ujung Galuh 5) Uncle Jack 6) Zentuary // 1) Pasar Klewer 2) Spirit Of Peace 3) Tjampuhan 4) Forest 5) London In June / 1) Lir Ilir 2) Bubuy Bulan 3) Frog Dance 4) Life Itself 5) Purnama 6) Forest (Instrumental) |
Durata: |
101:01 // 100:47 |
Con: |
Dewa Budjana, Tony Levin, Gary Husband, Jack DeJohnette, Guthrie Govan, Tim Garland, Danny Markovitch, Saat Syah, Ubiet (Nyak Ina Raseuki), Risa Saraswati, Czech Symphony Orchestra (Conducted by Michaela RůžiÄková) // Dwiki Dharmawan, Yaron Stavi, Gilad Atzmon, Asaf Sirkis, Mark Wingfield, Nicolas Meier, Boris Savoldelli, Peni Candra Rini, Aris Daryono, Gamelan Jess Jegog (lead by I Nyoman Windha), Balinese Frogs |
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dalle parti dell`arena rock |
x no name (no ©) |
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Due doppi compact di rock indonesiano.
Chissà attraverso quali canali hanno raggiunto la mia scrivania?
La presenza di Tony Levin, nel primo, non dovrebbe lasciare adito a dubbi sulla musica che v`è contenuta, un qualcosa che ha a che fare con la fusion e con il progressive, o almeno con quello comunemente ritenuto tale, e più specificatamente con quello che gli inglesi chiamano arena rock. Preziosismi strumentali, ridondanza, laccature e rileccature, velocità e precisione esecutiva, scale e slalom a profusione. Herbie Hancock, Steve Howe e Al Di Meola a far capolino da dietro l`angolo.
Due dischi che dovrebbero piacere a chi a apprezzato i Return To Forever, la Mahavishnu Orchestra, gli Yes, gli E.L.&P. e gli ultimi Soft Machine.
Il più interessante è il secondo, a merito soprattutto delle mirate contaminazioni con la musica tradizionale indonesiana: in tutto il disco vengono utilizzate percussioni tradizionali e in due brani (Tjampuhan e Lir Ilir) è presente un`intera gamelan orchestra. Un altro punto a favore di “Pasar Klewer” è il rifacimento di Forest, una canzone di Robert Wyatt, sia in versione cantata, da un Boris Savoldelli che sfodera una voce ubriaca alla Tom Waits, sia in versione strumentale. Ma non basta, e il barbuto musicista inglese viene chiaramente omaggiato nell`originale London In June. Una curiosità : il coro di rane di Frog Dance non viene riportato nelle note come field recording ma come soggetto attivo.
In realtà , mentre suggerirei di stare alla larga da “Zentuary””, non ho particolari motivi per sconsigliare “Pasar Klewer”. A meno che non siate fan sfegatati di Stooges, Ramones e Sex Pistols.
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Data Recensione: 14/11/2017 |
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