Ecco un disco che avrebbe meritato di più, ma escono tanti di quei dischi di alta qualità ed è assolutamente impossibile mettere tutti in top-position!
Registrato in concerto, quindi in presa diretta senza trucchi nè inganni, “Apnea” ci offre sia uno splendido risultato d`insieme, grande impro collettiva incastrata nella tradizione free, sia ottime performance da parte dei quattro musicisti coinvolti (tutti talenti già dotati di un importante curriculum).
Molto interessanti gli incastri fra i due strumenti a fiato, ora in contrappunto e ora in call & response, con Luciano Caruso che sembra prendere il sopravvento su Ivan Pilat, non tanto per una sua più alta maestria, o per una sua posizione di preminenza all`interno del quartetto, quanto per la maggiore agilità del suo strumento (un sax soprano) rispetto a quello del suo compagno (un sax baritono). Ivan Pilat, d`altro canto, oltre che un ruolo solista sembra qualche volta assumere anche quello di rafforzamento della sezione ritmica. Quest`ultima è impeccabile e, in più d`un occasione, esula dal suo ruolo prestabilito per farsi soggetto solista. Giust eccelle, come sempre, con il suo batterismo pieno che gioca più sulle geometrie che sui colori. Casadei è presenza costante e si prende i suoi spazi, sempre felicemente utilizzati, sia nel pizzicato sia con l`archetto. L`acquisto del disco è altamente raccomandato, così come raccomandata, qualora fosse possibile, è la presenza a un concerto del quartetto.
Grazie a Caruso, Casadei e Pilat, e un doppio grazie a Stefano Giust, per la musica e per il disco che la contiene. La nota finale è infatti indirizzata a ribadire il ruolo fondamentale svolto dalla “Setola di Maiale” nella documentazione di quanto il fertile humus dell`improvvisazione va producendo in Italia.
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